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Il Pd nella bufera, centrosinistra diviso, centrodestra di Azzollini in attesa dell'ufficializzazione della candidatura di Annalisa Altomare, resiste il ciambotto
04 marzo 2017

MOLFETTA – Pd ancora nella bufera a Molfetta. Nessuno dei 3 candidati (Nicola Piergiovanni, Pietro Capurso e Roberto Lagrasta, Annalisa Altomare aveva già abbandonato il gruppo perché viaggia come candidato sindaco del sen. Antonio Azzollini di Forza Italia) ha rinunciato, pertanto si aprono due strade: le primarie o un’indicazione che potrà provenire dal tavolo del centrosinistra.

Infatti, nel corso dell’ultimo incontro di partiti e movimenti politici del centrosinistra vincente delle amministrative del 2013, il Partito Democratico ha rivendicato il diritto di ottenere il candidato sindaco della coalizione. Su questa richiesta sono stati tutti (Linea Diritta, Dèp, Centro Democratico, Sinistra italiana) d’accordo tranne Rifondazione comunista che insiste perché il candidato della coalizione sia il proprio (Gianni Porta), oppure sceglierà di andare da sola, anche per avere maggiori possibilità di piazzare almeno un consigliere comunale a Palazzo Giovene (foto).

Ma il Pd al tavolo delle trattative ha chiesto a Rifondazione di ripensarci offrendogli la carica di vicesindaco. In questo modo il Partito democratico riuscirebbe ad evitare di andare ad un confronto con le liste civiche di centrodestra, che hanno scelto come candidato sindaco Tommaso Minervini e lo imporrebbero a chiunque si volesse aggregare, anche perché chi manovra tutto è quel Saverio Tammacco, che sembra poco disposto al confronto democratico.

Ma all’interno del Pd resiste la frangia che fa capo all’ex segretario Piero de Nicolo che, anche nel nuovo tesseramento avrebbe fatto la parte del leone, come qualcuno ha ipotizzato sui social, ma che in pratica si trova isolato nel suo tentativo di portare il Pd nel ciambotto tammacchiano, così si esercita inutilmente nel gioco del burattinaio politico.

Il centrosinistra tornerà ad incontrarsi lunedì prossimo: nessuno è in grado di dire se sarà la volta buona per arrivare ad una sintesi e a un candidato. Di certo Annalisa Altomare, pur avendo rinnovato la tessera del Pd giocherà su un altro terreno quello del centrodestra del sen. Antonio Azzollini, ma quest’ultimo dovrà rinunciare a presentare il simbolo di Forza Italia, una scelta che difficilmente potrà fare: Berlusconi non lo perdonerebbe, escludendolo dalla ricandidatura al Senato.
Intanto il Pd offrirà alla coalizione una rosa di nomi (fra i quali inserirà anche Antonio Di Gioia, che continua a ripetere di non volersi candidare) per avere una convergenza più ampia sull’eventuale candidato. Le primarie, chieste da Piergiovanni, comunque sembrano ormai lontane.

Meno problematico, invece, il discorso per Pino Amato, che potrebbe fare a meno del simbolo del partito pur di tornare a Palazzo Giovene e nel giro della politica dalla quale è stato escluso negli ultimi tre anni. Ma anche il prode Pino e suo figlio Robert sono in caso di consensi. Non manca, poi, il solito giovane battitore apparentemente libero, anch’egli molto a digiuno di democrazia, che cerca di farsi notare puntando sul rincaro della tassa rifiuti, giustificando i cittadini zozzoni che non collaborano e dando la colpa a chi ha adottato il sistema porta a porta: un politico con le idee ancora confuse.

Che s’ha da fare, per farsi notare (ed eleggere)!

Il gruppo delle Officine di Pasquale Mancini, invece, ha incontrato il leader del ciambotto Tommaso Minervini per decidere se aderire a questo gruppo oppure aggregarsi al centrodestra di Azzollini e Annalisa Altomare (soluzione più probabile).

Insomma, lo scenario è ancora aperto e non è escluso che tutto possa cambiare nei prossimi giorni. Una cosa è certa: il clima del tutti contro tutti, che sta creando un senso di nausea nei cittadini elettori, soprattutto alla luce di questa marea di mediocrità che avanza e di coloro che cercano di rifarsi una verginità perduta da tempo. Il rischio dell’astensionismo e del rigetto cresce sempre di più.

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