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Il Pd di Molfetta allo sbando: la commissione nazionale convalida le tessere e il partito si spacca, rischio di abbandoni e scissioni. L'area emiliana pronta a gettarsi nel brodo del ciambotto in cambio di assessorati e incarichi
24 marzo 2017

MOLFETTA – La moneta cattiva scaccia sempre quella buona: è un classico. E così nel Pd di Molfetta hanno vinto i signori delle tessere che, dopo aver tentato di manipolare anche l’informazione (tranne “Quindici” che ha pubblicato i fatti reali e non le veline). Gli emiliani, dopo aver pareggiato la partita in sede di commissione provinciale di garanzia, non riuscendo a prevalere in quella regionale (al di là delle pietose bugie del commissario De Nicolò, quello con l’accento, il quale è riuscito ad ingannare tutti i media, tranne “Quindici), hanno rinviato tutto a quella nazionale. E qui, alla fine, col solito marchingegno all’italiana, ha avuto ragione.

Dopo questa partita il Pd è morente, diviso, litigioso, senza idee, né programmi, né tantomeno candidato sindaco. E’ pronto a gettarsi nel brodo del ciambotto Tammavini per rimediare, come ha detto qualche dirigente renziano, tre assessorati e due incarichi. Come farà poi Tommaso Minervini a dividere la torta in tante parti, è un mistero. Ma vedremo quanti iscritti al Pd in vena di incarichi e poltrone si faranno cucinare nell’indigesto ciambotto che si prepara a governare Molfetta.

Molti elettori del Pd sono già scappati altrove, alcuni dirigenti si preparano ad abbandonare il partito, insomma il rottamatore Piero de Nicolo, ha dimostrato di essere più bravo di Renzi nell’arte di demolire un’amministrazione di centrosinistra, il partito, la sua storia, salvando solo se stesso. Il Pd si è fatto male da solo e recuperare sarà molto difficile.

In quanto al ciambotto, con tutte le promesse che vengono fatte per arruolare partiti e personaggi in quest’armata Brancaleone, se il Tammavini dovesse andare al governo della città dovrebbe quantomeno moltiplicare assessorati, poltrone, strapuntini, inventarsi incarichi per poter accontentare tutti, anche perché è difficile far sedere due persone sulla stessa sedia, magari faranno a rotazione, col sistema collaudato dalla precedente amministrazione di centrodestra. Oppure cominceranno a litigare il giorno dopo l’insediamento.

Molfetta merita questo destino? E il centrosinistra, per tutta risposta continua a litigare in un consapevole suicidio. E così il ballottaggio sarà tra due forze di centrodestra i ciambottisti e i nutelliani.

In questa campagna elettorale ne vedremo delle belle all’insegna della litigiosità che sicuramente continuerà anche dopo. Noi continueremo a fare il ruolo della stampa, quello del cane da guardia della democrazia e ad essere intransigenti sul piano morale, politico e persino personale per amore di questa città.

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