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Il Liceo Classico di Molfetta performance a Corso Umberto contro la violenza sulle donne “Forse i pesci sono protetti dal fermo biologico, noi donne no”
29 novembre 2015

MOLFETTA - Il 25 novembre è piovuto in pratica fino alle 19, ora fissata per l’inizio della performance-simbolizzazione con la quale il Liceo Classico di Molfetta ha onorato la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Settimane di prove, di lavoro, di organizzazione rischiavano di andare perdute, visto che, come tradizione, la scuola guidata dalla Dirigente Margherita Bufi, ha scelto di aprirsi alla città, utilizzando come palco Corso Umberto e scenario lo stesso Liceo Classico.

Le farfalle di carta messe su alberi e ringhiere si sono inzuppate, simbolo di rassegnazione più che di libertà, le ultimissime prove non si son potute fare, docenti come erinni si muovevano con gli occhi fra cielo e il meteo sui loro cellulari, elevando preghiere o minacce a loro personali divinità, i ragazzi, no, non si preoccupavano, la loro vitalità sarebbe bastata ad asciugare l’intera città, non solo il Liceo.

Ma, al suono del gong, che vigorosamente ha dato il via alla manifestazione, mentre il coro sfilava per le scale e prendeva posto ai lati delle colonne, tutto è andato a posto.

Novantaquattro alunne ed alunni si sono calati nei loro ruoli, sentendo che stare lì, in una sera fredda ed umida, era momento di formazione e testimonianza, una maniera per capire e protestare, per crescere nella pace e non nella violenza.

Gli ombrelli si son chiusi e gli sguardi degli spettatori hanno rincorso voci e gesti che arrivavano dall’atrio, lì, ai lati delle colonne si è collocato il coro e svolta l’azione mimica, dallo spazio antistante con le ragazze sulle loro sedie rosse, dolore e ali pronte a spiccare il volo, dalla panchina, new entry nella scenografia delle manifestazioni del Liceo a Corso Umberto, dal balcone dell’avvocato Boccardi e alla fine dal selciato, luogo del flash mob finale.

Storie di dolore e isolamento, di sottomissione e di manipolazione perché “forse i pesci sono protetti dal fermo biologico, noi donne no”, di violenza domestica o addirittura famigliare, di cattivi incontri che hanno lasciato un segno che non passa, di mani che si alzano e che sono come “ragni sulla pelle”; storie di donne che si sono nascoste, forse anche a se stesse, e che trovano requie proprio raccontando, prima sommesse, poi più sicure, fino alla liberazione in un urlo; storie di una liberazione possibile, di presa di coscienza, di chi ha imparato a non farsi più schiacciare dalla paura, e di solidarietà.

Un momento di bellezza, quella che, lo sappiamo, può salvare il mondo. Complimenti ai liceali da parte della Dirigente, perché senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile, ed anche dal Sindaco, dott.ssa Paola Natalicchio (foto), ex studentessa del Classico.

Il progetto, curato dai proff. Emilia De Ceglia, Eleonora Sciancalepore, Rossella Lezza, con la regia di Girolamo Samarelli e il supporto delle prof.sse Giancaspro e Salvemini, prosegue con un’assemblea di Istituto in cui interverranno il capitano dei Carabinieri, Ingrosso, e la dott.ssa Scardigno, operatrice del centro antiviolenza “Pandora”, e lo spettacolo teatrale “Rita”, monologo su una violenza domestica a cura della compagnia Teatrermitage.

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