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Il genio di Giulio Cozzoli celebrato a Molfetta: interessante conversazione con il prof. Gaetano Mongelli e coinvolgente visita guidata Il programma si concluderà giovedì 22 febbraio
Conversazione "Sessant'anni dopo. Giulio Cozzoli in mostra". Da sinistra, don Michele Amorosini, il prof. Gaetano Mongelli, la dott.ssa Paola De Pinto
21 febbraio 2018

MOLFETTA – Una serie di manifestazioni a conclusione del sessantesimo anniversario dalla scomparsa di Giulio Cozzoli sono state promosse dal Museo Diocesano di Molfetta e dalla FeArT (che gestisce la struttura museale), in collaborazione con il Teatro dei Cipis e l'Arciconfraternita della Morte.

Lo scorso 15 febbraio si è tenuta, infatti, una conversazione sul tema “Sessant'anni dopo. Giulio Cozzoli in mostra”. A discutere dell'amatissimo artista molfettese il suo massimo studioso: il professor Gaetano Mongelli, curatore – tra l'altro – dell'esposizione (allestita sempre al Museo Diocesano) che propone oltre 20 bozzetti inediti realizzati da Giulio Cozzoli.

Il prof. Mongelli ha brevemente rievocato le diverse iniziative realizzate negli scorsi decenni dalla Città di Molfetta e da diverse istituzioni culturali per celebrare il genio creativo dell'artista: nel 1997 una mostra e un catalogo per celebrare il quarantennale della morte di Cozzoli e la fusione della Deposizione, dieci anni dopo – 2007 – la creazione della non più esistente Gipsoteca civica, che custodiva alcuni bozzetti ora confluiti al Museo Diocesano (anche se nel nuovo allestimento sono stati inseriti solo un bozzetto del Monumento ai Caduti di Terlizzi, un bozzetto e una prova di fusione in bronzo della Deposizione), e l'esposizione della Maddalena, definita “scandalosa”.

Nucleo centrale della conversazione sono stati, ovviamente, i bozzetti che hanno tracciato il percorso, tra analisi stilistica e aneddoti legati alla biografia del Maestro, a partire dall'inequivocabile ispirazione michelangiolesca e berniniana, ma soprattutto la volontà, come ha sottolineato il professor Mongelli, di «scandagliare la facies inedita a livello documentario e filologico che restituisce l'archivio Cozzoli».

Un archivio che, oltre a un immenso epistolario, custodisce anche frammenti della grandezza di francobolli, con disegni di San Pietro, San Giovanni, della Pietà che dimostrano una velocità e una pienezza creativa tale da far affermare al prof. Mongelli «Quando Cozzoli pensa in grande, disegna in piccolo».

Nel corso della conversazione, il professor Mongelli ha mostrato due inedite pergamene, quelle che hanno attestato la vittoria nei concorsi indetti dalla Congregazione dei Virtuosi al Pantheon, con l'opera “San Pietro che rinnega Cristo nel Pretorio di Pilato”, e dell'Insigne Accademia Romana di San Luca, con la scultura “Vestire gli ignudi”, soffermandosi sulla levatura degli artisti e degli studiosi che gli hanno conferito tali riconoscimenti. Partendo, ad esempio, dal presidente e vicepresidente dell'Accademia erano, rispettivamente, Giulio Tadolini e Giuseppe Tommassetti, ha rapidamente tracciato un quadro del panorama artistico della Capitale a cavallo tra XIX e XX secolo.

Bozzetti e documenti hanno richiamato momenti di successo ma non sono mancati i riferimenti a cocenti delusioni, come quelli per opere che non hanno superato dei concorsi, che hanno portato Giulio Cozzoli a preferire l'essere «primo in provincia piuttosto che secondo non raccomandato nella capitale».

Due gli esempi di cui ha parlato il professor Mongelli: il bozzetto per una Nike (vittoria alata) destinata a uno dei ponti di Roma (furono preferite le sculture di Palazzi, Casadio, Cataldi, Pifferetti), e quello, in legno e gesso, per il monumento a Umberto Giordano a Foggia, di cui il professor Mongelli ha illustrato l'articolato programma iconografico.

Due serate sono state, invece, dedicate alla visita alla mostra, guidata dalla dottoressa Paola De Pinto, che ha ripreso quanto affermato dal professor Mongelli, partendo dai bozzetti preparatori delle statue processionali del sabato santo per concludere il percorso dinanzi al gruppo della Deposizione.

Visita arricchita dagli interventi dell'attore Corrado la Grasta che ha “dato voce” allo scultore Giulio Cozzoli, narrando aneddoti e contestualizzando i momenti in cui tali opere sono stati realizzati.

Il programma di celebrazioni si concluderà giovedì 22 febbraio, nella chiesa Santa Maria Consolatrice degli Afflitti (Purgatorio), con un reading dedicato a “Le statue del Sabato santo”, a cura di Corrado la Grasta.

@Riproduzione riservata

Autore: Isabella de Pinto
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