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Il caos degli impianti pubblici a Molfetta. Rifondazione chiede di fare chiarezza sul patrimonio sportivo comunale e le concessioni ai privati a Molfetta
La piscina comunale vandalizzata
02 maggio 2018

MOLFETTA – Che la situazione degli impianti sportivi comunali di Molfetta e delle concessioni ai privati che non pagano, è cosa risaputa ed è uno scandalo che ancora pesa sulla città e sulle tasche dei cittadini, chiamati a coprire perdite, errori di gestione e sulle morosità di concessionari che si sono rivelati poco affidabili. A creare il caos in questo settore sono stati gli anni di governo di centrodestra dell’ex sindaco ed ex senatore Antonio Azzollini.

Poi con la gestione di centrosinistra dell’ex sindaco Paola Natalicchio, si cominciò a rimediare ai danni.

Ora il timore è che, tornati al governo gli alleati di Azzollini, nel frattempo tradito dagli stessi, negli impianti sportivi possa tornare il caos, con spreco di denaro pubblico e perdita di soldi da parte dell’amministrazione comunale e quindi di conseguenza a danno delle tasche dei cittadini.

Di qui, acquista importanza la richiesta di chiarezza sul patrimonio sportivo comunale e le concessioni ai privati dei consiglieri comunali di Rifondazione comunista Gianni Porta e Antonello Zaza.

«In campagna elettorale si ascoltano tante promesse sulla corretta gestione degli impianti sportivi comunali. Noi preferiamo continuare un'azione di vigilanza e proposta sugli affidamenti a privati delle strutture sportive comunali che non ha risparmiato nessuna amministrazione comunale.

Le strutture sportive comunali sono un bene della collettività per cui bisogna prevenire esiti disastrosi come quello della piscina comunale o della precedente gestione del PalaPanunzio.

 > Serve fare chiarezza dunque sulle gestioni affidate ai privati e non solo, sui ruoli dei concessionari e del Comune, sugli obblighi dei primi e del secondo, cui spettava e spetta sempre il ruolo di controllo e vigilanza a tutela dell'interesse pubblico.

> Serve fare chiarezza a partire dal grave episodio della manifestazione verificatasi senza autorizzazioni presso il PalaPoli lo scorso 6-7-8 aprile quando la Federazione italiana Tennistavolo ha fruito di una struttura del Comune, lo stesso Comune verso cui è debitrice di ben 92.000 euro.

> Serve fare chiarezza sulla gestione ultradecennale del PalaPoli, una gestione complessa e che si intreccia con contributi straordinari e ordinari, opere di manutenzione ordinaria e straordinaria nonché con l'ingarbugliata selva di affidamenti dei locali posti al piano terra di questa struttura.

> Serve fare chiarezza sui nuovi affidamenti a privati come ad es. i campi di calcetto di viale Gramsci e il PalaPanunzio per evitare e prevenire nuovi futuri contenziosi.

> Serve fare chiarezza su rinnovi di concessioni come quella dei campi di tennis di via Giovinazzo e sui canoni, sulle tariffe che ancora il Comune non ha incassato dalle società per l'utilizzo del PalaFiorentini.

> Serve fare chiarezza sugli oneri delle utenze (ad es. acqua, luce, gas) dovuti dai concessionari di spazi sportivi comunali che merita di essere oggetto di ricognizione e controllo.

 Ogni questione sarà oggetto di una precisa interrogazione consiliare, in attesa di risposte ufficiali dall'Amministrazione comunale. In mancanza delle quali – come sta succedendo per altre questioni delicate (come l'impianto di depurazione e affinamento delle acque e la questione dell'emergenza abitativa per i cittadini a basso reddito) – saremo costretti a rivolgerci ad altre sedi per le nostre denunce.

Non si può gestire con leggerezza il patrimonio sportivo comunale, non è possibile che i vantaggi vadano ai privati e i costi si scarichino sul pubblico cioè su tutti noi cittadini.

È facile raccogliere consensi negli anni promettendo, garantendo, coprendo, riproponendo e confermando metodi e scelte di gestione discutibili come quelli che riguardano l'impiantistica sportiva della nostra città.

Prendere voti dando assicurazioni e rassicurazioni a spese dell'interesse pubblico non ci interessa e non ci appartiene».

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