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I Giovani democratici di Molfetta a Tammacco: ti sei dimesso solo perché saresti stato incandidabile Ha lasciato la società regionale “Puglia sviluppo” dove lo aveva collocato Emiliano, dopo essere passato dall’altra parte a sostegno di Fitto
11 settembre 2020

 MOLFETTA – Ancora uno scivolone sul piano della credibilità del candidato Saverio Tammacco passato dal centrosinistra di Emiliano al centrodestra di Fitto.

Dopo l’insignificante slogan “Principio di realtà”, un cattivo suggerimento di qualche consigliere… intelligente, ora il voltagabbana della politica molfettese, quello che ama fare il sindaco ombra, il potere senza esporsi, è stato preso di mira dai Giovani Democratici.

I ragazzi del Pd, che sembrano essersi risvegliati da un sonno della ragione, per il sostegno dato a un governo di destra, senza protestare, ora criticano Tammacco per la battuta sulle sue dimissioni dalla società “Puglia sviluppo” nella quale lo aveva messo proprio Emiliano, prima del tradimento e del cambio di fronte, senza vergogna.

«Saverio, la prossima volta, inventatela meglio! – scrivono i Giovani Democratici - Senza alcun pudore, Saverio Tammacco (in questa foto di gennaio 2020 a fianco di Michele Emiliano con il nostro sindaco Tommaso Minervini, oggi sulle plance elettorali con Raffaele Fitto) si è presentato alla città dicendosi non attaccato alla poltrona e spiegando come abbia deciso di lasciare il suo incarico a Puglia Sviluppo prima di candidarsi tra le fila del centrodestra, "facendo di testa sua".
Peccato che ad abbandonare il suo ruolo presso Puglia Sviluppo, il nostro Saverio sarebbe stato costretto, in virtù di una possibile modifica alla legge elettorale regionale che avrebbe reso incandidabili "i soggetti nominati a qualunque titolo nella task force della Regione Puglia, che siano alle dirette dipendenze della stessa o che abbiano stipulato contratti di consulenza o collaborazione”». 

Insomma Saverio non fare la mammoletta, che la gente non è stupida, dicono i giovani del Pd.

Bene, ma ora ai giovani del Pd, si chiede un ulteriore passo avanti, un gesto coraggioso che ancora non hanno compiuto: chiedere ai due esponenti dell’amministrazione Minervini Nicola Piergiovanni e Giovanni Facchini, di abbandonare la maggioranza, uscendo da un’ambiguità, giustificata solo dal loro attaccamento alle poltrone.

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