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Gli studenti: ritorno a scuola molto complicato. Fuori della scuola non mettiamo le mascherine
15 ottobre 2020

Dopo mille quesiti, ipotesi, supposizioni, incertezze, timori, soluzioni proposte, ritrattate, ripresentate e ulteriormente modificate, luce fu! La scuola ha riaperto le sue porte ad un nuovo anno scolastico e a tutti i suoi amati studenti. Tuttavia, qualche ombra aleggia ancora e la situazione generale non è lontana dalla precarietà. Ne abbiamo parlato con studenti e genitori. 1. Come state affrontando il ritorno a scuola dopo il lockdown (organizzazione, distanziamento, aule, ecc.)? 2. Quali difficoltà incontrate? 3. Avete avuto collaborazione oppure state facendo tutto da soli? 4. Cosa dovrebbe fare la scuola nella malaugurata ipotesi di qualche caso positivo? 5. Circa 900 istituti scolastici in tutta Italia sono già stati chiusi per casi di positività. Crede che di questo passo la modalità telematica possa tornare a sostituire la didattica in presenza? 6. Gli studenti (soprattutto i più grandicelli), quando non sono a scuola, mettono via le mascherine e creano assembramenti. Cosa ne pensa delle norme restrittive vigenti nelle scuole, completamente annullate una volta fuori dagli istituti? Non si rischia così di rendere vano tutto il da farsi che c’è stato per garantire un ritorno in sicurezza? SABRINA BUFI 15 ANNI, STUDENTESSA LICEALE 1. Il ritorno a scuola dopo il lockdown è stato molto complicato, alcune regole molto importanti sono state cambiate mentre altre sono state aggiunte. La scuola sembra molto organizzata nel prevenire il contagio del virus, i professori e i collaboratori sono istruiti a seconda delle varie situazioni e nel nostro primo giorno di scuola, hanno istruito anche noi studenti facendoci leggere molti documenti indicanti le norme da seguire durante l’orario scolastico. La classe in sé ha subìto delle modifiche; i banchi sono stati disposti, secondo le norme di sicurezza, a un metro di distanza dall’altro con dei pallini verdi posizionati sul pavimento in direzione di ogni banco, mentre la cattedra a due metri da ogni banco della prima fila in direzione orizzontale; ogni alunno non può toccare il materiale dell’altro a meno che lo scambio non sia indispensabile, e può avvenire indossando la mascherina, igienizzando le mani e i rispettivi materiali; i professori quando devono passare tra i banchi o quando devono distribuire qualcosa, tutti devono indossare la mascherina, mentre quando tutti i componenti della classe sono seduti, hanno la possibilità di abbassarsela; quando uno studente deve andare in bagno deve scrivere il proprio nome su un foglio indicando l’orario dell’uscita e igienizzare le mani prima e dopo i servizi (ciò accade anche all’ingresso della struttura); l’orario della ricreazione è stato spostato per alcune classi, per impedire un assembramento e a questo proposito, l’attività sportiva ha visto delle riduzioni per quanto riguarda sport che si servivano di palloni o racchette o qualsiasi altro strumento, ora possiamo solo stare all’aperto a due metri di distanza, correre nel campo esterno e fare qualche piccolo esercizio. 2. Noi riscontriamo molte difficoltà nell’abituarci a queste nuove regole, è difficile rispettarle e renderle nostre, normalizzare questi nuovi metodi. Non c’è più un contatto diretto con gli altri studenti o con i professori, siamo sempre preoccupati di non rispettare correttamente le regole e di sbagliare qualcosa, mettendo in pericolo noi stessi e gli altri. 3. I professori e i collaboratori ci hanno molto aiutati nell’adattamento alle nuove regole, hanno rappresentato degli aiuti fondamentali. E’ vero che molte volte ci rimproverano quando ci alziamo o parliamo con i compagni di banco senza mascherina, ma lo fanno per il nostro bene e per prevenire qualunque cosa. 4. Nel caso ci fosse una persona positiva la scuola ha messo a disposizione una stanza, attrezzata per la gestione di qualunque sintomo o anche per la rianimazione. In caso di avvenuta conferma di positività, dopo aver condotto l’ammalato nella stanza medesima, verrebbe inviata un’ambulanza e dopo il ministero della sanità, per effettuare un tampone e, eventualmente, somministrare una terapia iniziale. 5. Nel mio istituto, ma non nella mia stessa sede, si è verificato un caso di uno studente positivo. Secondo me, se la situazione dovesse aggravarsi, chiuderanno l’istituto e si continuerà con la didattica a distanza, anche perché in questa prima settimana di scuola i professori ci hanno fornito già dei codici di accesso alle classi virtuali, in caso di ritorno alla DAD (didattica a distanza). Se dovesse aggravarsi di molto, verranno chiusi ancora una volta tutti gli istituti e si cercherà di andare avanti con il programma usando le videolezioni, anche se meno efficaci della presenza. 6. E’ totalmente vero che fuori dalla scuola noi studenti più grandi mettiamo via le mascherine, ma non perché vogliamo aumentare i contagi, ma perché le mascherine sono scomode, fuori moda e perché quando si parla non si capisce ciò che si dice. Molte persone della scuola, compresa me, sono componenti della stessa comitiva e quindi quando sono a scuola rispettano le regole restrittive, invece quando escono le ignorano completamente e questo non ha senso. Secondo me o le norme si attuano dappertutto o da nessuna parte, perché così la sicurezza non esiste. MARTINA BUFI, 15 ANNI, STUDENTESSA Allora, il ritorno a scuola è stato abbastanza impegnativo per via delle molte regole sul distanziamento sociale e per tutti gli accorgimenti da rispettare. Ogni mattina prima di andare a scuola bisogna misurarsi la temperatura e assicurarsi che non superi i 37,5 gradi poiché se dovessero essere superati i gradi massimi, occorrerebbe non spostarsi dalla propria casa e chiamare il medico curante. Quando ci rechiamo a scuola dobbiamo indossare le mascherine sia all’interno che all’esterno della struttura scolastica per non creare assembramento, dopo essere entrati dobbiamo indossare la mascherina coprendo specificatamente naso e bocca, igienizzarci le mani e mantenere un metro di distanza gli uni dagli altri finché arriviamo in classe. Una volta entrati dobbiamo sederci ai posti già assegnati dai nostri docenti mantenendo sempre la distanza di un metro l’uno dall’altro, cercando di evitare al massimo di conversare o di essere troppo vicino ad un compagno di classe. Appena seduti ai propri posti però possiamo per nostra scelta (non è obbligatorio), abbassare la mascherina posizionandola sotto il mento. Le aule non hanno subito particolari variazioni a parte la disposizione dei banchi, posti ad una distanza minima di un metro l’uno dall’altro. Durante la ricreazione non possiamo alzarci se non per andare in bagno, non possiamo chiedere nulla a nessuno soprattutto merende o fazzoletti. Per poter andare in bagno dobbiamo, prima di alzarci, indossare la mascherina, andare verso la cattedra del docente in servizio, igienizzarci le mani e compilare un foglio con una penna personale scrivendo nome, cognome, ora di uscita e di entrata dalla classe e infine il nome della persona che abbiamo incontrato in bagno, se l’abbiamo incontrata. Un’altra abitudine ben consolidata che stiamo eliminando è quella di andare alla lavagna o alla lim, perché ci hanno riferito che sarebbe utile ridurla al minimo. 3. Riguardo la collaborazione, i docenti ci aiutano molto su questo piano, collaborano molto anche per far sentire a proprio agio gli alunni e per non far mancare loro nulla. Cercano in tutti i modi di far sembrare che sia tutto tornato alla normalità anche se non è proprio così. Una cosa che personalmente ho notato è la voglia di andare avanti e di non tornare a fare la didattica a distanza perché più di un alunno si è trovato in difficoltà, oltre questo anche il miglioramento del rapporto tra alunno e professore, i docenti infatti stanno cercando di non essere molto severi e di, a volte, sdrammatizzare e alleggerire le lezioni, per far sembrare l’atmosfera nella classe più distesa. 4. La scuola, nell’ipotesi di qualche caso positivo, ha disposto l’organizzazione di una stanza dove l’ipotetico contagiato resterebbe in isolamento per evitare contatti possibili con tutti gli altri compagni e dove verrebbe assistito quanto possibile. 5. Assolutamente, io credo che se ci fossero e si dovessero diffondere altri casi di positività, la modalità telematica o DAD (didattica a distanza) potrebbe ritornare a sostituire la didattica in presenza. Sarebbe un problema richiudere nuovamente le scuole e magari anche tutte le attività, poiché secondo me un’altra chiusura totale causerebbe un crollo definitivo alla società italiana. Tornando alla didattica a distanza, essa potrebbe causare problemi anche agli stessi alunni che si troverebbero indietro con il programma. Ovviamente queste grosse difficoltà non dovrebbero ripresentarsi perché quest’anno la DAD, in caso di ritorno, sarà più organizzata grazie alla creazione di classi virtuali. Tuttavia si preferisce evitare e continuare, anche con molte regole, la didattica in presenza. 6. Allora, gli studenti più grandicelli ovviamente pensano di essere immuni o non so cosa evitando, infatti, di indossare le mascherine e trascurando tutte le regole che possono essere d’aiuto per evitare contagi. Infatti non ha senso che nella scuola ci siano tutte queste regole se poi al di fuori di essa si ci comporta come se niente fosse. Secondo il mio punto di vista è stato vano tutto il da farsi che c’è stato per garantire la sicurezza poiché molti e dico molti ragazzi non si servono delle regole cautelative che dovrebbero rispettare per evitare altri contagi. EMILIA LAZZIZZERA 17 ANNNI, STUDENTESSA 1. Il ritorno a scuola è stato molto ma molto stancante, a partire dalla questione dei pullman. Alzarsi più tardi okey ma noi rischiamo di rimanere a terra perché i pullman arrivano pieni, contando che li prendevamo alle 6:50 e adesso un’ora dopo. In aula è tutto un po’ più semplice, tra l’aiuto della mascherina che teniamo su e ci assicura di essere protetti, le aule abbastanza grandi e i banchi che sono lunghi praticamente 1mt. quindi il rischio diminuisce ancor di più, la presenza del disinfettante e la misurazione della temperatura a ogni persona che entra dentro scuola. 2. Personalmente, le uniche difficoltà riscontrate sono quelle con i pullman. Siamo in tantissimi a spostarci per cui dovrebbero far subentrare in servizio più autobus così da avere a disposizione più corse con un lasso di tempo di 5/10 minuti l’uno dall’altro, di modo che si possano evitare le calche e ci si possa spalmare, senza rischiare di rimanere a terra. 3. I professori e il personale scolastico tutto collaborano fortemente affinché tutto questo sforzo non vada in frantumi. 4. Da noi c’è una stanza apposita dove, in caso qualcuno si sentisse poco bene e superasse i 37.5 di febbre può accomodarsi e aspettare che si chiamino i genitori e chi di dovere. 5. Sinceramente spero di no perché per quanto la didattica a distanza possa essere buona e alternativa, è abbastanza scomoda sopratutto per chi partecipa ai laboratori o inizia un nuovo percorso scolastico. 6. Dipende perché in fin dei conti l’assembramento si crea anche nei pullman, o sulle scale o all’entrata. E’ vero, lì abbiamo le mascherine, però (nulla contro gli adulti) ultimamente noi ragazzi abbiamo più autocontrollo di loro, perché noi ci sopportiamo spesso gente che ci denigra o che dice che noi non paghiamo i biglietti e gli abbonamenti e che non indossiamo mai la mascherina quando loro sono proprio i primi ad essere più a rischio e la mascherina la tengono quasi sempre sotto al naso o abbassata. MARISOL VALLARELLA 12 ANNI, STUDENTESSA 1. Diciamo bene, anche se è difficile non prestarsi il materiale, avvicinarsi ecc... 2. Non potermi alzare dal mio posto e aiutare i compagni in difficoltà, piuttosto che scambiare qualche parola alzandomi dal mio posto al cambio dell’ora. 3. Certo, c’è molta collaborazione sia da parte dei professori che da parte dei collaboratori scolastici. 4. Se ci fosse un positivo secondo me dovrebbe andare in quarantena tutta la scuola, perché tutti abbiamo contatti con tutti anche se vengono rispettate le normative vigenti. 5. Credo che per forza di cose si debba optare per la didattica a distanza, anche se non è la stessa cosa, poiché molti insegnanti non hanno compreso come debbano organizzarsi perché abituati alla didattica in presenza. C’è tanto da discutere sul metodo d’insegnamento con didattica a distanza. 6. Non è una cosa molto giusta, perché così facendo non si risolve niente, la polizia locale dovrebbe essere più severa e attiva, perché in giro ci sono molte persone senza mascherina, quindi rispettare le regole solo a scuola non serve a niente se poi ci sono queste situazioni al di fuori di essa. Credo che i primi ad essere educati debbano essere proprio gli adulti, noi ragazzi rispettiamo le regole più di loro, il culmine dell’incoerenza viene raggiunta quando chi dovrebbe far rispettare le regole e parlo delle istituzioni, non le rispettano, noto tanta incoerenza (ovviamente ci sono le eccezioni). © Riproduzione riservata ED ORA ASCOLTIAMO I GENITORI 1. Le scuole hanno, finalmente, riaperto i battenti. Sospiro di sollievo o di preoccupazione? 2. Come reputa l’organizzazione della scuola frequentata da suo/a figlio/a? 3. I genitori e le famiglie in generale, sono parte integrante e fondamentale per la realizzazione di un corretto proseguimento delle attività didattiche, all’insegna della prudenza e della sicurezza. Crede che il sistema scolastico abbia coinvolto a dovere le famiglie degli studenti? 4. I casi di Coronavirus stanno aumentando nuovamente e molti di essi sono stati riscontrati anche nelle scuole. Come pensa che si evolverà la situazione? Quali sono i suoi pronostici sul destino di questo anno scolastico? RAFFAELLA PETRUZZELLA 41 ANNI, CASALINGA 1. Esatto, le scuole hanno finalmente riaperto ma io per alcuni versi sono preoccupata, per altri sollevata. Da un lato sono contenta che le mie due gemelle possano riprendere a frequentare la scuola e quindi continuare a studiare in un modo chiaro e veloce, ma dall’altra sono molto preoccupata perché mandandole a scuola metto a rischio la loro salute ogni giorno. Però mi consolo pensando che se le scuole sono state riaperte vuol dire che sono state adottate le adeguate misure di prevenzione. 2. Per quanto riferitomi dalle mie figlie, la scuola ha adottato molte misure cautelari per la continuità didattica. Gli studenti si lamentano molto con i genitori per l’utilizzo delle mascherine, d’altronde necessario, ma anche per il cambiamento delle modalità intervallo dove gli studenti, trovandosi in uno spazio ristretto, giustamente, non possono alzarsi o se devono parlare tra di loro, necessariamente a 1 metro di distanza con l’uso della mascherina. 3. Secondo la mia opinione, la scuola non ha coinvolto moltissimo i genitori. Durante la DAD, le mie figlie frequentando il secondo anno del liceo classico, hanno provveduto da sole all’organizzazione tecnica e didattica, quindi da parte della scuola non c’è stato alcun intervento diretto con le famiglie. Avendo anche un figlio che frequenta la scuola materna ho potuto vedere la concreta differenza. Le scuole di livello superiore danno la loro fiducia agli studenti, mentre le scuole per i più piccoli, hanno sempre avuto contatti con le famiglie e hanno sempre cercato di rendere partecipi le famiglie in ogni cosa. Anche ora che hanno riaperto il coinvolgimento è pari a zero, vogliono solo assicurarsi che gli alunni abbiano misurato la temperatura prima di entrare. 4. Sono cosciente dell’aumento dei contagi, infatti come dicevo poco fa, sono preoccupata per la salute dei miei figli e vista già la positività di una delle famiglie di uno studente, sono sempre più attenta all’igiene. Secondo me tra qualche settimana o tra qualche mese, le scuole saranno nuovamente chiuse e si procederà al ritorno della didattica a distanza ma spero vivamente che questo non accada e che i contagi inizino a diminuire, così da rassicurare le famiglie. FAUSTA ANNA NATALICCHIO 48 ANNI, CASALINGA 1. Naturalmente di preoccupazione perché secondo me non vengono prese le precauzioni giuste, nonostante ci sia il distanziamento a scuola i ragazzi non rispettano mai, mai al 100% le regole. Quanti fuori scuola si tolgono le mascherine e toccano dappertutto. Ci vorrebbero ulteriori cautele perché quelle sussistenti non sono sufficienti o comunque maggiore severità. 2. Riguardo l’organizzazione della scuola non ho da dire nulla se non che è eccellente, fortunatamente la gestione di tutto il tempo scolastico è ben inquadrato ed io mi sento fiduciosa e un po’ più serena. 3. Secondo me il coinvolgimento non c’è o comunque è minimo, l’organizzazione è buona ma le famiglie non sono poi così coinvolte nel sapere come scorrono le giornate scolastiche all’insegna della sicurezza, se si riescono a rispettare effettivamente tutte le norme restrittive, se ci sono degli aggiornamenti. Tutto quello che so, mi viene riferito da mia figlia. 4. Il destino di quest’anno scolastico sarà che vada come vada la scuola resterà aperta. Tutte le precauzioni possibili sono state adottate e anche noi genitori ci stiamo impegnando il più possibile. E’ tutto molto difficile e delicato ma io credo che nonostante la paura andremo avanti. ANGELA GIOVINE 39 ANNI, CASALINGA 1. Credo che i due sentimenti si fondino, se da un lato c’è un sospiro di sollievo da un punto di vista didattico, perché la dad per certi versi è stato un fallimento, dall’altro c’è tanta preoccupazione soprattutto con la curva dei contagi che sta risalendo. 2. Credo che la scuola si sia organizzata nel migliori dei modi. 3. Assolutamente sì, credo che le famiglie siano state coinvolte, ovviamente ci sono le eccezioni, poiché ci sono famiglie che scaricano le proprie responsabilità alla scuola. 4. Non amo fare pronostici, ma credo che tutti dovremmo avere più senso di responsabilità, soprattutto noi adulti. Spero che la scuola non subisca le conseguenze della nostra irresponsabilità perché va vissuta, frequentata e non sarebbe la stessa cosa con un ritorno alla dad. Francesca Perchiazzi

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