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Gli studenti del Liceo Scientifico e del Liceo Classico di Molfetta incontrano Daniele Biella, autore del libro «Nawal, l'angelo dei profughi”
19 febbraio 2016

MOLFETTA - “… E mentre l’Europa discute e dibatte sul fenomeno dell’immigrazione… Nawal salva da un destino già segnato i profughi siriani in fuga dalla guerra e dalla devastazione…”. Parafrasando una celebre e storica locuzione di Tito Livio, come commento al comportamento del senato romano all’indomani della richiesta di aiuto avanzata dagli ambasciatori di Sagunto, città spagnola, alleata di Roma e assediata dall’esercito di Annibale, è ciò che avviene ai nostri giorni ogni volta che la cronaca quotidiana mette le nostre coscienze di fronte all’ennesimo sbarco di profughi che intraprendono i viaggi della speranza e che fuggono dalla distruzione e dalla guerra.

È la storia dai paradossali contrasti che connotano la questione dell’immigrazione, in un contesto storico in cui la globalizzazione, l’abbattimento delle frontiere e il considerarsi cittadini del mondo, trova, di contro, una parte di quel mondo che conta, l’occidente ricco e opulento – avrebbe detto don Tonino Bello – impreparato e impegnato solo a discutere su muri e steccati da erigere o da abbattere, su quote di immigrazione da accogliere e distribuire, mentre quotidianamente si consuma la tragedia di donne, bambini e giovani che, nell’intento di allontanarsi dalla guerra, vanno verso l’ignoto e un destino di morte.

È la storia, poco conosciuta, di Nawal Soufi, anch’essa profuga marocchina, sbarcata bambina sulle coste siciliane con la sua famiglia, ormai ben integrata nella società occidentale, residente a Catania, che da qualche anno ha deciso di impegnarsi in una straordinaria opera di aiuto ai profughi che hanno il numero del suo cellulare e che le lanciano l’S.O.S., quando per diversi motivi sono in difficoltà nel bel mezzo del Mar Mediterraneo. Nawal si fa dare le coordinate, le comunica alla Guardia Costiera che interviene, traendo in salvo gli sventurati. È la storia di una giovane donna, dalla forza d’animo non comune e dalla ferrea determinazione a fare qualcosa per coloro che lei considera suoi familiari, una vicenda di solidarietà che nasce da una profonda compassione da parte di chi, come lei, ha vissuto, da protagonista, lo squallore dell’immigrazione e ha deciso di agire, senza troppi commenti o dibattiti sterili.

Dalla viva voce di Daniele Biella autore del libro “Nawal, l’angelo dei poveri”, gli studenti del Liceo Scientifico “A. Einstein” e del Liceo Classico “L. da Vinci”, nell’ambito dei progetti “Incontri con gli autori” e “Solidarietà”, hanno conosciuto le vicende di questa eroina dei nostri tempi e si sono avvicinati al problema dell’immigrazione che rischia di diventare una questione come tutte le altre, di fronte alla quale la coscienza cauteriata ed ermetica dell’Europa non è più in grado di reagire ed indignarsi per la perdita di vite umane, tra le cui cause sicuramente possiamo trovare anche la nostra indifferenza. «Nawal ha deciso di entrare in questa storia. Ha deciso di farlo con le capacità che si ritrova. Sa di non essere né un politico né la responsabile di una organizzazione non governativa. È una cittadina che ha deciso di stare dalla parte dell’uomo…». Gli studenti si sono lasciati coinvolgere dai racconti e dalle vicende di Daniele Biella, giornalista ed educatore, che ha saputo mantenere desta l’attenzione dei giovani uditori che hanno colto l’importanza del confronto e l’occasione di dibattito rivolgendo interrogativi sentiti ed esprimendo riflessioni profonde, concorrendo a formarsi una visione critica e non omologata e mediata del problema dell’immigrazione.

Il liceo ha ringraziato, per l’occasione, l’ex alunno Gabriele Vilardi, dell’associazione locale di volontariato “Comitando”, per il valido contributo dato all’organizzazione dell’evento.                                                                                    

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