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Finalmente anche la Diocesi di Molfetta dà un segnale pubblico di accoglienza ai migranti della nave Diciotti Il vescovo Domenico Cornacchia ha dato disponibilità alla Cei ad accoglierli alla Caritas
29 agosto 2018

 MOLFETTA – Finalmente anche la Diocesi di Molfetta dà un segnale pubblico sul fronte dell’accoglienza, cavallo di battaglia del vescovo servo di Dio don Tonino Bello.

Nella gara di solidarietà partita spontaneamente dalle Diocesi italiane per offrire accoglienza ai 100 profughi della Nave Diciotti, presi in carico dalla CEI, vi è anche la Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.

Il vescovo Mons. Domenico Cornacchia, che fa anche parte della Commissione Episcopale per le Migrazioni, ha comunicato al direttore di Migrantes don Gianni de Robertis la disponibilità ad accogliere due nuclei famigliari che sarebbero ospitati presso la Casa di Accoglienza “don Tonino Bello” di Molfetta, in via C. Pisacane, gestita dalla Caritas diocesana.

Un gesto non nuovo per la diocesi – che proprio quest’anno ha celebrato il 25° anniversario della morte di don Tonino Bello con la straordinaria presenza del Santo Padre –  quotidianamente impegnata ad offrire aiuto alle situazioni di disagio, tanto di persone del territorio diocesano ed extradiocesano, quanto di immigrati senza fissa dimora, tramite le Caritas parrocchiali, i centri di ascolto cittadino, alcuni istituti religiosi.

La Caritas diocesana, diretta da don Cesare Pisani, sarà pronta ad accogliere grazie anche al coinvolgimento delle comunità parrocchiali, associazioni e movimenti ecclesiali non.

Si tratta di un segnale importante soprattutto nei confronti del ministro dell'interno, Matteo Salvini che sostiene che l'85% dei cattolici è schierato con lui. Ma essere contro i migranti, questo Salvini non lo dice, vuol dire non essere crtistiani. E' un segnale pubblico importante che la città di don Tonino Bello aspettava da tempo per dare una risposta concreta al razzismo imperante anche in una città che ha accolto Papa Francesco nell'anniversario di don Tonino, ma dove sono presenti lasghe fasce di razzismo, che vanno emarginate.

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