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“Ero forestiero e mi avete accolto”, l’Azione cattolica diocesana di Molfetta scende in campo in difesa dei migranti e del vescovo Cornacchia
31 agosto 2018

 MOLFETTA – Dopo la decisione del vescovo della Diocesi di Molfetta mons. Domenico Cornacchia, di accogliere qualcuno dei migranti della nave Diciotti, si è scatenata una campagna razzista senza precedenti (vedi le scomposte reazioni su Facebook alla notizia pubblicata da “Quindici” con l’avverbio “finalmente”), scende in campo “finalmente” anche l’Azione Cattolica Diocesana, in difesa del vescovo e si schiera dalla parte dei migranti nel nome di don Tonino che ci ha insegnato quell’accoglienza che molti oggi hanno dimenticato.

Ecco il documento AC che condividiamo in nome di una battaglia di civiltà e di umanità, contro i razzisti alla Salvini, che portano l’Italia indietro di secoli, verso la barbarie: «L’Azione Cattolica diocesana esprime vivo apprezzamento per la scelta della nostra diocesi di accogliere parte dei migranti sbarcati il 26 agosto dalla nave Diciotti, nel solco della disponibilità data dalla Conferenza Episcopale Italiana.
L’AC dichiara il proprio sostegno al Vescovo, Mons. Cornacchia e la volontà di attivarsi e lavorare nella direzione della ospitalità e della integrazione.

Riteniamo che, insieme ad una presa in carico di bisogni materiali dei migranti e alla necessità di creare una rete di relazioni, di reciproca conoscenza e narrazione, atta a favorire una piena inclusione, sia necessario anche spendersi molto di più sul piano educativo.

È il nostro specifico e intendiamo lavorare innanzitutto nelle nostre comunità parrocchiali, ma anche sul territorio, per scardinare pregiudizi e luoghi comuni che alimentano la cultura del sospetto, del rifiuto, della paura dell’altro e alzano anacronistici muri di separazione e difesa.

Già l’anno scorso, lavorando come Associazione sulla questione tanto dibattuta dello Ius soli, abbiamo provato la fatica di mettere in circolo una informazione corretta, il racconto di situazioni di vita e di sofferenza, ma anche di buone prassi di integrazione, da conoscere e promuovere.

Desideriamo dar seguito a quel percorso, lavorando soprattutto sulla crescita di una mentalità umana, aperta all’ascolto, ad una conoscenza critica di problemi complessi, al rigetto della formulazione di giudizi facili, superficiali e fondati sul sentito dire tra i nostri adulti, giovani e ragazzi.

Si tratta di dare concretezza ad uno stile indicatoci da don Tonino, che è lo stile del Vangelo. Essere cristiani scomoda la vita, ci mette davanti a sfide sempre nuove. Il Vangelo è esigente e interroga ognuno di noi: “Ero forestiero e mi avete accolto” (Mt, 25,35).

In questo caso ci chiede prese di posizione determinate e chiare, che dicano senza dubbio da che parte stiamo.

La Presidenza diocesana».

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