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Eredi della Storia e Anmig chiedono di intitolare una strada al ten. Diego De Donato: un universitario caduto nella grande guerra
Il ten. Diego De Donato a cavallo
03 luglio 2020

MOLFETTA – Le Associazioni “Eredi della storia” e l’Anmig chiedono di intitolare una strada al tenente Diego De Donato di Molfetta caduto nella Grande Guerra.

Nato a Molfetta il 27 febbraio 1898 da Michele, impiegato comunale e da Luisa De Ruvo, nella casa di via Corrado Giaquinto n. 31, Diego aveva un fratello (Carlo) e due sorelle (Elena e Margherita).

Mostrò sin da fanciullo dedizione per lo studio. Si licenziò dal Liceo Classico a 18 anni col massimo dei voti. Si iscrisse al Corso di Laurea in chimica industriale dell’Università di Roma frequentando brillantemente il primo anno e superando col massimo dei voti gli esami.

Chiamato alle armi per lo scoppio della prima guerra mondiale fu nominato Ufficiale dell’Accademia di Torino nell’agosto 1917, fu inviato al fronte nel settembre successivo con la 3a compagnia del primo genio sulla Bainsizza.

Dopo il disastro di Caporetto (ottobre 1917), il diciannovenne ufficiale seppe ricondurre in patria la compagnia che aveva comandato per la morte degli ufficiali più anziani di lui.

Dopo una settimana di marce forzate, salvò la compagnia dalla dispersione e dalla prigionia.

Inviato al campo di concentramento di Montecchio Emiliano Diego vi rimase il tempo necessario; infatti, essendosi presentata l’occasione di tornare al fronte tra i lanciafiamme, si offrì spontaneamente di partire e fu destinato all’ottava compagnia agli ordini del capitano Cinzio Mereta.

Nel gennaio 1918, con tale compagnia, affiancò le truppe per la conquista di Val Bella, Col d’Echiele e Sasso Rosso e per tale azione ebbe una medaglia d’argento.

Nel mese di giugno sosteneva l’immane offensiva austro-tedesca. Finita l’azione con la vittoria del nostro esercito che spezzò l’offensiva nemica, Diego fu mandato a sbarramento Merlo per la difesa di Col Moschile, di recente conquistato. Ma tragicamente un proiettile delle artiglierie nemiche di Primolano lo travolse la sera del 3 luglio 1918 immolandosi per la patria.

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