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Edilizia selvaggia e cementificazione urbana a Molfetta: un lettore scrive a “Quindici”. In arrivo nuove aree edificabili in periferia, il centro diventerà un ghetto?
28 ottobre 2020

 MOLFETTA – Un lettore scrive a “Quindici” (riceviamo tante lettere e vi ringraziamo, alcune purtroppo non sono pubblicabili, ma invitiamo la società civile a continuare nelle sue denunce, ndr) per chiedere notizie sull’edilizia privata a Molfetta.

«Caro direttore, non so se lei ha la possibilità di passeggiare per Molfetta, ma dovunque ti giri vedi una gru. Tant’è che se noti qualche area vuota coperta da sterpagli, ti viene naturale chiedere: Come mai non hanno costruito anche qui. Un amico mi dice: tempo al tempo e anche qui vedrai una gru. Non c’è più un buco a Molfetta dove non ci sia un cantiere edilizio.

Ieri ho fatto una foto alla stazione che sta cambiando la sua immagine con un brutto palazzo alle spalle. Ma ormai ci abituiamo a tutte le brutture possibili di una città che crede di essere bella, ma non lo è più. Forse lo è solo nella testa di qualche amministratore illuso di fare una città bella.

Ma mi chiedo dove c’è tutta questa domanda di case a Molfetta e soprattutto dove sono tanti soldi? Forse le banche traboccano di risparmi, specialmente in questo periodo critico quando è difficile investire nell’incertezza, ma sicuramente questi risparmi non sono da investire nell’edilizia come un tempo, quando i molfettesi compravano anche due o tre appartamenti.
Che sta succedendo, non essendoci una spiegazione logica, né economica, comincio a preoccuparmi
».

Caro lettore, anche noi non riusciamo a dare un senso a questo fenomeno di cementificazione selvaggia, che farà passare alla storia questi amministratori come quelli del cantiere perenne, una cementificazione mascherata da qualche area verde peraltro senza manutenzione e destinata alla desertificazione.

Siamo pessimisti? Forse. Ma crediamo di essere in buona compagnia. Ieri l’ex vice sindaco avv. Bepi Maralfa ha pubblicato sul suo profilo facebook una notizia inquietante in tema di cementificazione selvaggia: siamo solo all’inizio.
«Comparto 18. Il Comune ha bandito un'asta pubblica per l'acquisto da parte di chiunque di n. 4 aree edificabili. Bene. Chi ha polvere, spari. Chi vincerà? », scrive Maralfa e la signora Giulia de Ceglia commenta: «Ma tutte aree edificabili sono, quelle in città? Possibile che non si costruisca mai un edificio pubblico, un asilo nido, una materna, una scuola elementare o media, un giardino pubblico, una piazza? Solo e sempre palazzi, uno sull'altro, con strade strette e marciapiedi inesistenti, pur di sfruttare al massimo lo spazio edificabile!».

Dall’amministrazione comunale un silenzio imbarazzante, suona quasi da silenzio-assenso?

L’edilizia, come scriviamo da decenni è sempre stata il cancro della città e la cassaforte per le campagne elettorali di tanti politici. Tutta edilizia privata e quella popolare e convenzionata, è stata dimenticata o è ai margini, perché offre pochi profitti. La cementificazione selvaggia senza servizi ha prodotto solo dormitori e il futuro si annuncia peggiore del passato, soprattutto perché il Comune, invece di incentivare il recupero del centro storico, punta ad allargare le aree edificabili in periferia. Il centro di Molfetta come quartiere ghetto, con la svalutazione degli stessi immobili, magari per una possibile speculazione edilizia con acquisti di pregio al ribasso? E’ una scelta, c’è un disegno anche economico dietro a tutto questo o un errore di valutazione che costerà caro ai nostri figli, già costretti a pagare debiti per investimenti poco lungimiranti? Gli interrogativi senza risposta sono tanti. La spiegazione razionale ed economica ci sfugge. Magari l'opposizione in consiglio comunale, potrebbe aiutarci a comprendere un fenomeno preoccupante, come dice il lettore. La politica ha il dovere di progettare il futuro, non di subire un liberismo selvaggio. Non è tempo di laissez faire in un mondo in crisi economica e sociale, aggravata da una pandemia pericolosa e ancora senza rimedi adeguati.

A rincarare la dose, arriva anche l’ex sindaco Paola Natalicchio che scrive: «Evidenziammo più e più volte la necessità di destinare i suoli comunali a edilizia popolare o convenzionata. Un accordo che andava fatto in fase di convenzione. Non stupisce che di tutto questo non ci sia traccia. La domanda é: l’urbanistica cittadina è governata dal Comune, nell’interesse pubblico, o dai costruttori, nell’interesse privato? Amministrazione Minervini, pagina nera nella storia della città».

Sul prossimo numero della rivista mensile “Quindici” approfondiremo questo argomento.

“Quindici”, quello che gli altri non dicono.

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