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Don Giuseppe de Candia, 60 anni di sacerdozio, presidente onorario dell'Associazione Molfettesi nel Mondo
27 luglio 2016

MOLFETTA - A sessant’anni di sacerdozio appena compiuti, Mons. Giuseppe de Candia si riunisce per festeggiare con parenti e membri dell’Associazione Molfettesi nel Mondo, di cui egli stesso è fondatore e padre spirituale.

L’evento è stato organizzato dai membri dell’Associazione, fondata nel 1981. Nella Sala degli Specchi, sala comunale piccola ma che ospita solitamente importanti celebrazioni, si sono riuniti i parenti di Don Giuseppe, “venuti da molto lontano”, e i “molfettesi nel mondo”, dai giovanissimi ai più anziani. La sala è stata scelta appositamente per rappresentare il “riconoscimento delle istituzioni all’Associazione e all’opera di Don Giuseppe”, ha detto Angela Amato, già assessore ai rapporti con i molfettesi emigrati.
Per lo stesso Don Giuseppe de Candia, l’evento “intimo” è stato una vera e propria sorpresa. Vedendosi circondato dalle persone a lui più care, in una sala di grande rilievo istituzionale, egli esordisce in dialetto molfettese: “Ma ce stimm a fa do?” – Cosa ci facciamo qui riuniti? – domanda sorridendo ai presenti.

I fondatori dell’Associazione Molfettesi nel Mondo, insieme a Don Giuseppe, sono stati invitati a sedersi dietro un grande tavolo, per condividere, con i presenti, pensieri e memorie riguardanti il loro padre spirituale.

Il Presidente dell’Associazione Marco Vito De Virgilio ha definito Mons. Giuseppe de Candia come la “costilla”, “colonna” in lingua spagnola, dell’Associazione. Egli ha poi concluso il suo intervento raccontando in maniera affettiva quello che è stato il suo primo incontro con Don Giuseppe e il come è nata l’Associazione Molfettesi nel Mondo.

A seguire, Giovanni La Candia, anch’egli giornalista e responsabile stampa dell’Associazione ha voluto celebrare con le sue parole la dedizione di Mons. De Candia, “un uomo che è stato capace di condensare 60 anni di sacerdozio, anni pieni di grandi soddisfazioni e grandi sacrifici, in soli 7 minuti di discorso”, durante la celebrazione eucaristica: “persino per me, che sono giornalista, sarebbe stato difficile farlo”, aggiunge La Candia. Egli descrive Don Giuseppe come un uomo vicino ad un’Italia nei suoi momenti bui, e ai molfettesi nei momenti di difficoltà. Mons. De Candia ha infatti dedicato 35 dei suoi 60 anni di sacerdozio all’Associazione Molfettesi nel Mondo e in particolare agli emigrati molfettesi che non hanno “fatto fortuna” all’estero (Venezuela, Germania, USA, Australia, ecc), che “si sono sentiti sperduti ed abbandonati dal proprio Paese”. “Questa è la dimostrazione del bene che ti vogliamo”, conclude il giornalista, “come possiamo ripagarti di tutto ciò che hai fatto per noi?”.

Il fondatore e responsabile per le comunità estere Antonio Caputo, ha invece definito Mons. De Candia come un “viaggiatore eroico”, che ha viaggiato in lungo e in largo alla ricerca di frammenti di Molfetta: “Egli era capace di scovare piccoli paesini nel mondo dove si parla il dialetto della nostra città e si perpetrano le stesse nostre tradizioni”.
“Tutti capivano Don Giuseppe. Con il suo sguardo magnetico egli univa i molfettesi nel mondo, dicendo loro che questa città non li aveva dimenticati”.
“Sei il faro a cui tutti i molfettesi del mondo fanno riferimento”, conclude Antonio Caputo in segno di gratitudine per Don Giuseppe.

Anche Angela Amato, new entry dell’Associazione, è intervenuta per ringraziare Mons. De Candia del lavoro fatto come padre spirituale. Ha detto di considerarsi “un suo prodotto” e di aver mostrato una sorta di interesse politico nei confronti degli emigrati molfettesi proprio grazie a lui: “I molfettesi nel mondo sono un’importante risorsa culturale, di crescita e di sviluppo economico”.

Dopo gli interventi Mons. De Candia ha ricevuto la nomina di “Presidente onorario” dell’Associazione Molfettesi nel Mondo, “per i suoi 60 di sacerdozio e 35 di assistenza spirituale all’associazione”.

“Quanto è bello essere prete”, ha detto poi Don Giuseppe, “ho avuto la possibilità di viaggiare e conoscere tanta gente, io li chiamavo ‘pezzi di cuore’”. Viaggiando Mons. De Candia ha scoperto il “valore dei molfettesi”, che hanno portato le proprie tradizioni, il proprio idioma, in altri Paesi: “Sentire il mio dialetto parlato in un Paese dell’estremo Est in Australia mi ha commosso, è stato il leitmotiv che mi ha fatto andare avanti nel mio percorso”. Egli ha parlato anche del suo profondo legame con la musica, un’arte non molto apprezzata dagli uomini di chiesa, ma con la quale egli è riuscito a rappresentare i molfettesi e i pugliesi nel mondo. “Migrantes” è, infatti, una marcia funebre da lui composta, che è stata scelta come colonna sonora dell’evento nazionale “Pugliesi nel mondo”.

La serata si è conclusa con la consegna di altri doni a Don Giuseppe, quali un attestato di riconoscimento del suo lavoro, una fascia azzurra per onorarlo della Presidenza, un dipinto del pittore molfettese Giulio Giancaspro, raffigurante Papa Francesco, una fotocamera digitale GoPro, per far sì che Don Giuseppe immortali i posti che visita durante i suoi viaggi, ed un omaggio vocale da parte di un membro dell’associazione. Tutti abbracciano e salutano Mons. De Candia, riconoscenti per il suo grande aiuto e la sua vicinanza ai Molfettesi nel mondo.

© Riproduzione riservata

Autore: Mirianna la Grasta
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