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Domani riaprono le scuole, contagi Covid in aumento. Vietata la Dad, ma c’è chi ha deciso di lasciare gli alunni a casa. Lopalco: arriva la tamponite acuta
09 gennaio 2022

 BARI - Alla vigilia della riapertura delle scuole, la confusione è ancora tanta: non mancano timori da parte dei genitori, di insegnanti e dirigenti scolastici. Ma anche a livello politico ognuno si regola in modo autonomo, in base alle singole situazioni.

L’ex assessore regionale alla Sanità l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco: "La scuola sta per essere travolta da una tamponite acuta. Servono meno test e più buon senso. Con Omicron bisogna moltiplicare per 10 quello che è successo un anno fa"

"La pandemia è cambiata, cambiamo approccio: meno tamponi e più buon senso. Solo così riusciremo ad affrontare con maggiore serenità questa fase di transizione verso l'endemia del SARS-CoV-2". Lo ha scritto l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco sui social. "Il panico da variante Omicron ha imposto cambiamenti e introduzione di nuove regole che rischiano di complicare la situazione senza apportare benefici evidenti".

"Chi non ha avuto il coraggio di allentare la morsa dei tamponi ha probabilmente dimenticato che esattamente un anno fa - ricorda Lopalco - all'arrivo della variante inglese, i tamponi per la riammissione a scuola causarono file bibliche ai drive through, crisi isteriche negli ambulatori pediatrici e il blocco di fatto di ogni tentativo di tracciamento".

Questo non servì ad "aumentare la sicurezza sanitaria in ambiente scolastico. Se moltiplichiamo per 10 quello che è successo un anno fa, possiamo ipotizzare quello che succederà al riaprirsi delle scuole quando omicron sarà ormai l'unica variante in circolazione". E sull'obbligo vaccinale per gli ultra 50enni spiega che servirà a "proteggere i pochi italiani" che "non hanno fatto alcuna dose di vaccino e non hanno già preso il covid. Dimenticavo - conclude Lopalco - visti i tempi di applicazione del decreto, gli effetti si vedranno alla prossima ondata".

Intanto arrivano i primi sì alla Dad in Puglia, dove alcuni sindaci fermano le lezioni in presenza sull’esempio del governatore della Campania Vincenzo De Luca i Comuni di Copertino ed Orsara puntano alla didattica a distanza.

La sindaca di Copertino, paese di 23mila abitanti in provincia di Lecce, ha registrato 1.087 casi positivi, molti dei quali nella fascia pediatrica e tra le persone più giovani. Ma non si esclude che possano essere di più "Dopo aver sentito il direttore del dipartimento di prevenzione dell'Asl, il prefetto, i pediatri del paese e numerose famiglie - dice Sandrina Schito al giornale "la Repubblica" - emanerò un'ordinanza con cui dispongo che non si faccia lezione in presenza a scuola, a tutela dei ragazzi e delle loro famiglie, per questa settimana".

Dopo l'aumento del numero dei contagi, salito da 14 a 43, anche il sindaco di Orsara di Puglia (Foggia) Tommaso Lecce ha emanato una ordinanza che dispone la "sospensione delle attività didattiche in presenza per le scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, compreso il micro-nido, dal 10 al 15 gennaio". Inoltre sono sospesi anche i "servizi di mensa scolastica e trasporto per l'intero periodo della sospensione dell'attività didattica in presenza". Intanto il sindaco teme che il numero dei contagia possa aumentare, lo diranno i risultati dello screening durante il quale sono stati effettuati complessivamente 150 tamponi antigenici. "Questo significa che con le conferme che arriveranno dopo i tamponi molecolari della Asl, il numero degli orsaresi positivi al Covid è destinato a salire. L'incremento dei casi ci preoccupa per questo rivolgo un appello a tutta la cittadinanza: chi non l'ha ancora fatto si vaccini. E' importante che il maggior numero di persone possibili completi il ciclo delle tre dosi".

Ma anche i presidi delle scuole pugliesi si dicono molto preoccupati per i tanti studenti e il personale attualmente positivo e in quarantena e per questo chiedono di non tornare in presenza da lunedì prossimo a scuola. Lo fanno firmando la lettera inviata al governo per rinviare la riapertura scolastica. "La nostra situazione è tragica - dice a “Repubblica” Tina Giandola, preside di un istituto comprensivo in provincia di Bari - Abbiamo molti bambini positivi, così come sei docenti. La campagna di vaccinazione è partita da poco e quindi è opportuno sospendere le lezioni in presenza per un periodo di 15 o 20 giorni per permettere al maggior numero di bambini di vaccinarsi". Sulla stessa onda anche altri presidi baresi: "Sono preoccupata per il rientro - aggiunge Alba Decataldo - Ci sono docenti e componenti del personale scolastico positivi e in quarantena e sarà necessario sostituirli. La didattica a distanza non è il massimo ma in situazioni d'emergenza può funzionare".

"Siamo nel caos più totale - conclude infine Rosa Scarcia dal liceo Marco Polo - Ora dobbiamo raccogliere dati su chi è vaccinato e chi no, da quanto tempo, ma non sappiamo se ci sia una pronuncia chiara dell'autorità garante della privacy sulle modalità e i limiti dell'acquisizione di questi dati. E non sono arrivate le mascherine Ffp2 per i docenti".

La Regione Puglia tuttavia fa capire che non ci saranno ulteriori provvedimenti restrittivi sul fronte scolastico. Il governatore Michele Emiliano nelle ondate precedenti è stato fra i più convinti sostenitori dell'utilità della Dad nelle scuole per abbassare la curva dei contagi. Adesso, fanno capire in presidenza, non ci sono più le condizioni tali per cui si possano prendere iniziative più dure di quelle decise dal governo, che è l'unico a poter prendere decisioni in merito, nonostante tutte le Regioni abbiano già espresso le loro preoccupazioni sulla riapertura delle scuole lunedì prossimo. Anche perché, è il ragionamento, la Puglia arriva a questa scadenza nelle "migliori" condizioni possibili.

Il riferimento è al fatto che proprio da lunedì ci saranno solo sei regioni in zona bianca e fra queste c'è la Puglia (insieme a Molise, Sardegna, Basilicata, Umbria e Campania), con il resto d'Italia in zona gialla. A questo si aggiungono i dati sulle vaccinazioni in cui proprio la Puglia è ai vertici nazionali in buona parte delle fasce d'età, soprattutto in quella pediatrica. Nei bambini fra i 5 e gli 11 anni infatti la copertura pugliese supera il 22 per cento, il dato più alto d'Italia.

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