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Disturbi dell’alimentazione, una serata a Molfetta con il gruppo “Amiche delle Amiche”
Minuto, Tupputi, Scarpello, Trogu, Nolasco
15 marzo 2019

MOLFETTA - “Ci incontriamo e sviluppiamo sempre nuovi progetti, e non rinunciamo mai ad una tazza di buon caffè”. Sembra essere questo il metodo che le componenti del gruppo “Amiche delle Amiche” hanno adottato al fine di creare sempre nuovi eventi o incontri e dare vita a molti dibattiti. “Amiche delle Amiche” è una “rete” di donne che si aiutano reciprocamente, riuscendo così a tirare fuori dal cassetto i loro sogni e realizzarli, dando il meglio di loro stesse.

A Molfetta è stata realizzata dal gruppo “Amiche delle Amiche” una serata sul disturbo comportamentale dell’alimentazione. La serata, fortemente voluta dalla senatrice Carmela Minuto, è stata condotta dalla giornalista Beatrice Trogu, redattrice del nostro giornale “Quindici”, la quale ha confessato al pubblico di aver avuto la possibilità di comprendere cos’è davvero il disturbo dell’alimentazione, grazie alla serata da lei organizzata: “Grazie a questa serata ho scoperto di non sapere nulla sui disturbi alimentari, e le poche informazioni di cui ero a conoscenza sull’anoressia e la bulimia facevano solo parte di un grande stereotipo, poiché purtroppo la maggior parte delle persone non sono ben informate sui disturbi che possono riguardare l’alimentazione, tranne nei casi in cui  queste situazioni di disagio riguardano un parente o  ci vengono rese lampanti dalle persone”.

Durante la serata sono intervenute anche altre due “socie” del gruppo, Carmen Nolasco e Dirce Scarpello, nonché scrittrici dell’intrigante libro “Piume in gabbia” del quale le due autrici hanno parlato durante l’incontro, raccontando in breve la storia di due sorelle le quali soffrono di anoressia e la storia di una mamma che deve affrontare la situazione di suo figlio che soffre di bulimia.

La senatrice Carmela Minuto ha mostrato, attraverso le sue parole, tutto l’apprezzamento nei confronti del libro presentato durante la serata e l’affetto nei confronti delle rispettive scrittrici: “Il libro protagonista di stasera è un romanzo molto forte, perché parla di situazioni complicate e abbastanza tristi, poiché i personaggi si trovano ad affrontare delle situazioni difficili”.

Insieme alle scrittrici, alla senatrice e alla giornalista Beatrice, ha avuto la possibilità di intervenire anche un “amico delle amiche”, ovvero lo psicologo Raffaele Tupputi, il quale durante la serata ha unito le sue conoscenze professionali alle vicende raccontate nel libro, ed è riuscito a spiegare e a far comprendere tutti i temi fondamentali trattati nel romanzo, donando a tutti i presenti un insegnamento sull’argomento e una conoscenza approfondita sull’anoressia e la bulimia.

Il libro si divide in due parti, la prima è raccontata da Dirce Scarpello, e vede come protagonista una madre con due bambine che soffrono di anoressia. Beatrice Trogu ha voluto introdurre la spiegazione del racconto con una particolare frase tratta proprio dal testo (“Avete un bel dire, che la bellezza è quella interiore”), subito dopo ha lasciato la parola alla scrittrice, che ha presentato il suo racconto come unione di fatti immaginari a fatti autobiografici: “Ci sono tre personaggi, una madre e le sue due figlie, queste ultime soffrono di due disturbi opposti, poiché una è anoressica, mentre l’altra ha degli attacchi di fame incontenibili. Le due vivono questa situazioni in cui si sentono profondamente diverse, ma in realtà per entrambe il cibo è il primo pensiero del mattino, e questo purtroppo condiziona completamente la loro vita, a partire dalla situazione che le sorelle condividono fino ad arrivare al rapporto con i loro coetanei, ovviamente influenzato dalla condizione delle due ragazze”.

Lo psicologo Raffaele Tupputi ha avuto la possibilità di condividere con il pubblico la sua esperienza legata ai casi dei suoi pazienti: “Ho compreso che l’anoressia spesso non è rifiuto del cibo, ma rifiuto di qualsiasi elemento proveniente da un’altra persona. Il rifiuto del cibo può essere una manovra per allontanarsi ad esempio da una madre ossessiva, che in maniera simbolica, può essere vista come una cannibale che ha “mangiato” il proprio figlio, in quanto lo vede non come una persona, ma come un prolungamento di se stessa”.

Spesso si pensa erroneamente che i disturbi alimentari siano legati solo ad una determinata parte della vita. La scrittrice Carmen Nolasco ha smentito questa convinzione raccontando la storia di un musicista trentenne e del suo ritorno verso casa, che simbolicamente rappresenta il suo incontro con se stesso, l’eliminazione dei suoi punti di riferimento e l’acquisizione dell’autonomia, le parole dell’autrice sono state: “Ho scelto di raccontare la storia di questo musicista trentenne che è quasi inconsapevole di essere anoressico, non lo vuole ammettere nemmeno a se stesso. Si pensa sempre che questi disturbi riguardino sempre e solo il genere femminile, invece mi è capitato di incontrare persone dell’altro sesso che soffrono per questo disagio, a volte anche inconsapevolmente”.

Raggiungendo la parte finale della serata, anche Cinzia Candermo, insegnante al liceo “Vito Fornari” di Molfetta, ha voluto spendere qualche parola e raccontare la sua esperienza, affermando di non aver mai affrontato un caso di anoressia e bulimia, se non da lontano. “L’anno scorso sono rimasta colpita da una storia che ho letto con i miei alunni, in quanto io insegno italiano. Proprio durante quella lezione, nella quale sono state messe in evidenza molte situazioni di disagio, ho capito che il ruolo della docente non comprende solo il passaggio della conoscenza, ma bisogna cogliere quello che i ragazzi vogliono dagli insegnanti. Quello che purtroppo ho notato nei ragazzi, è una grande confusione sul significato dei termini, alcuni miei alunni confondono l’anoressia con la bulimia, o il sovrappeso con l’obesità”.

Il libro non è stato scritto a scopo didattico, non è un manuale, ma ha lo scopo di trattare un tema molto serio e dare delle indicazioni per chi sfortunatamente vive questa esperienza.

L’incontro si è concluso tra i dolci tipici del Carnevale, le chiacchere, del prosecco e con una breve anticipazione del prossimo incontro, nel quale verranno date delle indicazioni su come mantenere giovane il cervello.

© Riproduzione riservata

Autore: Sara Mitoli
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