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Dimissioni del sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, Silvio Salvemini (Sel Molfetta): i vecchi politici aspettano di mettere le mani sulla città
04 maggio 2016

MOLFETTA – Il segretario di Sel Molfetta, Silvio Salvemini (foto), commenta le dimissioni del sindaco Paola Natalicchio: «Anche tu, Paola, avresti potuto "fidarti un po' di più" di chi in quel gennaio 2013 ha scelto di rompere ogni schema, ogni tatticismo, ogni assunto degli addetti alle formule vincenti, per "ribaltare i pronostici" contro l'invincibile armata del faraone. A mani nude, a petto in fuori, con disarmante spontaneità e gioioso sorriso sulle labbra. A ragion veduta gli esperti del settore ritenevano che non ci fosse abbastanza tempo, sufficienti risorse e adeguate schiere di raccoglitori del consenso per sottrarre il feudo all'imperituro centrodestra molfettese. Figurarsi quali possibilità avrebbe mai potuto giocarsi una giovane giornalista che ha vissuto a Roma gli anni di quel decennio buio. Come potrebbe mai farcela, contornata da tutte quelle "persone semplici", mosse sì da tanto entusiasmo, quanto da scarsa malizia. Eppure la città ha risposto all'appello del "comitato di liberazione", ha mostrato in quel giugno 2013 di voler accogliere la sfida del cambiamento e del rinnovo della classe dirigente nel desiderio di veder rifiorire Molfetta. Ci hanno dato fiducia e la possibilità di realizzare tutto ciò.


Lo ricordo bene quanto l'impatto con l'amministrazione sia stato durissimo sin dal primo giorno: sequestro del depuratore, ricorsi contro il verdetto delle urne, bilancio non approvato, sigilli al nuovo porto, società partecipate in dissesto. Un incubo il primo anno e mezzo, in perenne apnea nel tentare di porre rimedio ai giganteschi disastri ereditati dagli "esperti in amministrazione", gli stessi di oggi desiderosi di tornare a mettere "le mani sulla città".

Si è prodotto nel corso dei mesi un energico tiro alla fune tra chi era impegnato ogni giorno nel dare attuazione del programma e chi ha inteso snaturare pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno, mese dopo mese, il nostro "mondo ribaltato". Intanto il quadro politico intorno a noi ha registrato repentini mutamenti e continue riconfigurazioni. 

Ci siamo sempre strenuamente opposti a qualsiasi "rivisitazione" di assetto politico o programmatico. Fino a quando è stato possibile, talvolta anche a rischio di apparire intransigenti, "rigidi", abbiamo mantenuto aderenza e lealtà al mandato elettorale, con un confronto serrato tra la nostra comunità politica, SEL, e rappresentanti istituzionali. Intanto il processo di "desertificazione" della partecipazione, dentro e fuori le comunità politiche, è avanzato inesorabile e ha creato quel solco, quel vuoto, quelle solitudini che tu, Paola, hai denunciato alla città. 

Giunti quasi a metà del percorso, in quel luglio 2015, si è consumata una profonda lacerazione tra forze politiche e amministrazione, che ha prodotto un primo fragoroso campanello d'allarme con le dimissioni successivamente rientrate. "Non voglio essere ostaggio del PD, non si può lavorare sotto ricatto, l'aria è irrespirabile" tuonava allora Paola. Abbiamo difeso con orgoglio questa nostra esperienza amministrativa e ne rivendicheremo sempre la valenza politica, al punto dall'aver tentato strenuamente di rilanciarla a beneficio della città. Ci siamo rinnovati fiducia, lealtà e sostegno fino alla scadenza del mandato, ma ben presto ci siamo resi amaramente conto di come da quella crisi non siamo mai riusciti ad uscirne del tutto. Ci abbiamo provato, generosamente, ma hanno prevalso i nostalgici del bel "piccolo mondo antico", i maestri del gattopardismo italico, l'immarcescibile notabilato di provincia che ha inteso riportare indietro le lancette dell'orologio, convinti di poter chiudere definitivamente i conti con la storia di questa città. 

La storia dirà.

A noi resta la consapevolezza di aver scritto un bel capitolo di risveglio civico nella città di Salvemini, riscattando a un secolo di distanza la sua ingiusta sconfitta elettorale del 1913. Teniamolo a mente, tredici e diciassette sono i "numeri magici" di questa avventura». 

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