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Democrazia è Partecipazione critica il rimpasto in giunta a Molfetta e attacca il Partito Democratico «Inspiegabile la sostituzione dell'assessore ai Lavori pubblici Giovanni Abbattista» che ha realizzato parecchi punti del programma dell'amministrazione e risistemato i settori Lavori Pubblici, contratti e appalti e porto ereditati in condizioni disastrose dall'amministrazione Azzollini
28 agosto 2015

MOLFETTA – Dura reazione e attacco al Pd, da parte del nuovo Movimento politico “Democrazia è partecipazione” formato dai fuorusciti del Pd che fanno riferimento al consigliere regionale Guglielmo Minervini, per il rimpasto nella giunta di centrosinistra presieduta da Paola Natalicchio, che ha provocato l’uscita dell’assessore Giovanni Abbattista.

«La decisione del Sindaco, Paola Natalicchio, di revocare le deleghe all’assessore Giovanni Abbattista è, dal nostro punto di vista, gravissima e immotivata, e lede profondamente il profilo stesso dell’esperienza di governo cittadino nata nel 2013 che la nostra comunità politica, sin dal primo momento, ha contribuito con passione e convinzione a costruire – dice il comunicato di Democrazia è partecipazione -.

Spiace constatare come la crisi aperta qualche settimana fa dal Sindaco e culminata – in un crescendo rossiniano di dichiarazioni infuocate contro i vertici del Partito Democratico locale – nelle sue dimissioni del 17 luglio scorso, sia stata risolta, nelle ultime ore, nel più politicistico dei modi, e cioè con il classico “rimpasto” al ribasso che soddisfa completamente ogni richiesta avanzata dal PD e priva la Giunta di un assessore preparato e competente, oltre che politicamente autorevole e rappresentativo.

Se l'esito di questa crisi doveva essere quello di fare ogni concessione possibile al PD, che senso hanno avuto le dimissioni di luglio? Perché il Sindaco non ha evitato dichiarazioni roboanti (che a rileggerle ora provocano un sorriso amaro...) e non ha proceduto con il rimpasto già all'indomani delle elezioni regionali, risparmiando alla città mesi di psicodramma collettivi, impasse politica e immobilismo amministrativo?

Al di là delle qualità del neo assessore Germinario (al quale vanno i nostri auguri di buon lavoro), quel che più amareggia in questa vicenda è che restano tuttora oscure le motivazioni politiche reali che hanno portato al ritiro delle deleghe proprio per l’assessore Abbattista, che in questi due anni ha gestito con grande dedizione un settore strategico per la vita della città (quello dei lavori pubblici) e lo ha fatto dimostrando straordinarie capacità amministrative e politiche, sapendo soprattutto combinare un approccio concreto e operativo nella risoluzione di problematiche specifiche, accanto ad una visione strategica e di lungo respiro in grado di proiettare Molfetta nel futuro.

Il nuovo arredo del Corso Umberto, i lavori di riqualificazione del Museo del Pulo, la riqualificazione del cosiddetto “salvagente” alla banchina San Domenico, i lavori di efficientamento energetico della Scuola Pascoli, quelli per portare finalmente il gas in zona industriale, l’imminente avvio della riqualificazione di 2 palazzine della Madonna dei Martiri, gli interventi di ampliamento per la capienza del PalaPoli, la riqualificazione di Piazza Principe di Napoli e la realizzazione delle piste ciclabili, sono solo alcuni dei progetti già cantierizzati o che saranno avviati a brevissimo e per i quali l’assessore Abbattista ha duramente lavorato in questi mesi, senza dimenticare la gestione del complicatissimo “dossier” relativo al nuovo Porto Commerciale e il Concorso Internazionale di Idee per la riqualificazione del water-front che rappresenterà una occasione straordinaria per dotare il Comune di Molfetta di un parco progetti funzionale al rilancio di tutto il fronte mare, dalla Prima Cala all’Ospedaletto dei  Crociati.

Per non parlare, poi, di quanto fatto, in questi anni, nell’ambito del settore Appalti e Contratti, ereditato in una condizione disastrosa, e ora completamente rigenerato grazie al lavoro di questi mesi, tanto da poter essere considerato, oggi, una eccellenza in termini di efficienza e trasparenza assoluta dei procedimenti, in un momento in cui su tante amministrazioni locali si addensano ombre e nubi sugli appalti e sulla selezione dei contraenti.

Eppure, nonostante questi inconfutabili risultati (patrimonio che l’amministrazione comunale tutta può e deve rivendicare con orgoglio), una intera comunità politica che con lealtà ha supportato l’amministrazione in questi anni, fornendo sempre il proprio contributo positivo e propositivo, viene oggi sacrificata – per puro calcolo politicistico – sull’altare di un compromesso al ribasso che indebolisce fortemente il profilo politico della coalizione al governo della città, per quanto sancito in pompa magna addirittura con il Vice Segretario nazionale del PD (lo stesso PD nei cui confronti sono state utilizzate in pubblico espressioni durissime) nel corso di una conferenza stampa di inizio agosto.

Un compromesso al ribasso che è stato raggiunto a porte chiuse e che conterrebbe anche una piattaforma programmatica della quale ancora non sono stati resi noti i dettagli né alla città né alle forze politiche di maggioranza. Con buona pace della tanto decantata "partecipazione" e "condivisione delle scelte".

La verità (al di là delle dichiarazioni roboanti utilizzate quali "armi di distrazione di massa") è che ha prevalso "la legge del più forte", ha prevalso il ricatto dei numeri. Ha prevalso il tanto vituperato "manuale Cencelli". Ha perso la politica.

Nonostante questo quadro, il Movimento “Democrazia è Partecipazione” pur dissentendo completamente e nel modo più assoluto con la scelta assunta dal Sindaco (anche con riferimento alla decisione di mantenere per sé le deleghe ai lavori pubblici e al porto, ambiti che per le criticità enormi e le problematiche di straordinaria complessità che presentano impongono necessariamente che ci sia un assessore che se ne occupi a tempo pieno), continuerà con lealtà a sostenere l’amministrazione guidata da Paola Natalicchio, rivendicando però fino in fondo il proprio diritto/dovere di contribuire attivamente alla definizione delle politiche che si andranno ad adottare nei prossimi mesi, entrando nel merito delle scelte che dovranno necessariamente essere discusse e condivise nei tempi e con le modalità giuste, perché poi possano essere adeguatamente supportate in città, oltre che nella massima assise cittadina dai nostri due consiglieri, Damiano Angeletti e Davide de Candia.

Se il “prezzo” che ci viene imposto dal Sindaco di pagare per la prosecuzione di questa esperienza amministrativa è rappresentato da un assessorato, non ci sottraiamo a questo sacrificio per senso di responsabilità nei confronti della città, ben sapendo che prima di tutto vengono gli interessi di questa, e oggi abbiamo il dovere di completare il mandato che gli elettori ci hanno assegnato nel 2013.

Abbiamo il dovere di governare Molfetta sino al 2018 per poi presentarci dinnanzi agli elettori per ottenere il loro inoppugnabile giudizio sull'operato dell'amministrazione, senza che nessuno pensi di sacrificare gli interessi della nostra città sull'altare di ambizioni personali.

Accettiamo questo sacrificio, quindi, ma diciamo con chiarezza che saremo fermi e inflessibili nel voler discutere e condividere realmente, con il Sindaco, con la Giunta e con tutte le altre forze politiche di maggioranza, quanto è ancora necessario fare per completare l’opera di rilancio della nostra città.

E’ finito il tempo del sostegno acritico e fiduciario a questo o quel provvedimento, a questo o quell'assessore.

Politiche sociali, urbanistica, sviluppo economico e lavoro, porto, commercio, turismo, traffico, sicurezza, decoro urbano, gestione dei rifiuti, politiche economiche e fiscali, municipalizzate e attività culturali, sono solo alcuni dei temi sui quali intendiamo proseguire la nostra riflessione collettiva e sui quali intendiamo discutere approfonditamente con tutta la maggioranza affinché il nuovo “patto con la città” di cui si è molto parlato nei giorni scorsi, non si riduca ad essere solo un “affare” a due tra Sindaco e PD, stipulato nel corso di chissà quali incontri “a porte chiuse”.

Ad un assessore in Giunta possiamo pure rinunciare, per quanto a malincuore, senza che questo modifichi il nostro giudizio positivo su quanto fatto finora dal centrosinistra al governo della città.

Alle nostre idee, alle nostre convinzioni e ai nostri valori, no. E su questi, da ora in poi, saremo, se possibile, ancora più intransigenti».

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