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Decadenza sen. Minuto, Boccardi denuncia alla Procura la presidente del Senato Casellati. Lei: non decido io, se la prenda con i partiti. E Lo Stato pagherà due persone per lo stesso seggio
La sen. Minuto interviene in aula
08 luglio 2021

MOLFETTA – Stanco di attendere senza risultato, Michele Boccardi non eletto senatore in Puglia nelle elezioni politiche del 2018 nella lista di Forza Italia per un “mero errore materiale”, dopo varie azioni giudiziarie ha deciso di percorrere la strada della denuncia penale alla Procura della Repubblica di Roma: "Chiedo che si proceda penalmente nei confronti del Presidente del Senato, Senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati".

Una decisione clamorosa, come ultimo tentativo di recuperare il seggio che è stato assegnato alla senatrice Carmela Minuto di Molfetta. Boccardi, già senatore tra il 2013 e il 2018, accusa la Casellati di inerzia perché non mette in calendario la decadenza della Minuto e la sua elezione.

Boccardi aveva già presentato ricorsi alla Giunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari del Senato; poi inviato lettere al Presidente della Repubblica, del Senato, a tutti i Capigruppo e anche al Consigliere Parlamentare per gli Affari giuridici e relazioni costituzionali della presidenza delle Repubblica. E infine, dopo tre anni, anche una diffida alla stessa Casellati, rimasta senza esito. Ora la denuncia penale per rifiuto e omissione di atti d’ufficio e abuso di ufficio.

Ricordiamo che la Corte di Appello di Bari aveva riconosciuto il “mero errore materiale” nell’elezione della Minuto, errore riconfermato anche dalla Giunta per le elezioni del Senato. Ora manca solo la conferma da parte dell’Aula del Senato, ma finora la Casellati, secondo Boccardi, non ha calendarizzato questo provvedimento, per cui la decadenza della Minuto e la nomina al suo posto di Boccardi non viene ancora ufficializzata.

Secondo Boccardi, l’ufficio elettorale “per mero errore materiale”, ha attribuito un solo seggio invece di due a Forza Italia nel collegio plurinominale Puglia 2 e due seggi invece di uno nel plurinominale Puglia 1”. Così è stata eletta senatrice Anna Carmela Minuto invece di Boccardi. Da allora è iniziato un lungo iter giudiziario, amministrativo e parlamentare da parte del mancato senatore Boccardi fino a quando, a settembre 2020, la Giunta per le Elezioni ha accolto il ricorso proponendo al Senato l’annullamento della elezione della senatrice Minuto e la proclamazione di Boccardi.

Il provvedimento, però, non è mai stato calendarizzato. “Nonostante sia pacifico l’errore materiale – è scritto nella denuncia di Boccardi – sono passati tre anni e la legislatura volge al termine senza che venga riconosciuto uno tra i più fondamentali diritti costituzionali, con anche un gravissimo danno erariale poiché altrettanto pacificamente, lo Stato italiano dovrà praticamente corrispondere le indennità di parlamentare dall’inizio della legislatura, tanto alla Minuto, già dichiarata decaduta dalla giunta, quanto al sottoscritto”.

Dal Senato fanno sapere che la Casellati avrebbe più volte chiesto la calendarizzazione della vicenda alla Conferenza dei Capigruppo che decide su questi temi. Una richiesta che evidentemente è caduta nel vuoto. L’Ufficio stampa del Senato ha ribadito che non è la presidente a decidere.

Insomma, un altro dei paradossi italiani con un possibile danno a carico dei cittadini che dovranno pagare due volte gli stipendi (e le pensioni e i vitalizi?) per un solo incarico: alla parlamentare Carmela Minuto e al mancato senatore Michele Boccardi che ha diritto a ricevere i soldi perché gli è stato negato un seggio non per colpa sua.

La Casellati accusa i partiti di non decidere, in realtà è un gioco tutto politico all’interno di Forza Italia, forza politica dalla quale proviene la stessa presidente del Senato. Sembra che questo seggio della Minuto sia determinante nei giochi politici in corso tra il partito di Berlusconi e la Lega di Salvini. Insomma, Boccardi e la Minuto si troverebbero al centro di un gioco più grande di loro, quei giochi che i cittadini non comprendono e alla fine pagano di tasca propria.

Non è escluso che possa configurarsi una ipotesi di danno erariale. A carico di chi? Difficile stabilirlo. Tra ricorsi e procedure giuridiche e parlamentari, la legislatura finirà senza alcuna decisione o con una decisione tardiva, con relativo esborso economico.
Tanto a pagare è sempre Pantalone, come si diceva una volta.

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