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Davide Scagliola e “la prevenzione delle cadute” all’Università popolare di Molfetta
02 aprile 2018

MOLFETTA - Interessante incontro all’Università popolare di Molfetta, diretta dalla prof.ssa Ottavia Sgherza, con il dott. Davide Scagliola, fisioterapista, laureato in Scienze delle attività motorie e sportive, oltre che allenatore di base Uefa B. Il tema, “La prevenzione delle cadute”, è quanto mai interessante; un recente rapporto dell’Oms ha, infatti, evidenziato come esse cagionino ogni anno circa 646.000 morti, soprattutto tra gli anziani, a tali fenomeni maggiormente soggetti per un deterioramento delle funzioni neuromuscolari.

Come evidenziato negli Atti del 6°Congresso Nazionale AGE, La Geriatria: punto d’incontro tra territorio ed ospedale nella gestione della «fragilità» e della «complessità di cura», Parma, 2009, la caduta è un «Improvviso, non intenzionale, inaspettato spostamento verso il basso dalla posizione ortostatica o assisa o clinostatica. (…) Questa definizione include i pazienti che dormendo sulla sedia cadono per terra, i pazienti trovati sdraiati sul pavimento, le cadute avvenute nonostante il supporto».

Il relatore prosegue riportando alcuni dati statistici, sintetizzati mediante areogrammi, dai quali emerge che la frequenza delle cadute aumenta con l’età e diventa di elevatissima incidenza dopo gli ottant’anni, con alto rischio anche di recidive. Molteplici sono le conseguenze a breve termine, dal semplice (per modo di dire) stato di ansia, ad abrasioni, traumi di natura contusiva, distorsiva o neurologica, se non addirittura fratture, che costringono spesso a lungo il paziente a riposo. Ancora più preoccupanti, però, appaiono gli effetti a medio e lungo termine, che investono la psiche, non di rado scatenando forme depressive, o possono determinare disabilità o, come già precedentemente evidenziato, mortalità. Infatti, secondo quanto ben evidenzia anche il portale di epidemiologia della Sanità pubblica, “Epicentro”, «la guarigione da una lesione, come per esempio una frattura, è di solito lenta nelle persone anziane e ciò aumenta il rischio di successive cadute».

Scagliola si è poi soffermato a tratteggiare i fattori di rischio, che possono essere intrinseci (per esempio un’“anamnesi positiva per precedenti cadute, patologie invalidanti e disabilità, terapie farmacologiche in atto, deterioramento dello stato mentale) o estrinseci. Pavimenti scivolosi, ambienti scarsamente illuminati, abitudini pericolose quali quella di salire su sgabelli o sedie, non sempre stabili; in strada, possono influire la presenza di superfici irregolari, l’uso di calzature non adatte, la circostanza di restare abbagliati da luci o magari la necessità di scansare un veicolo in movimento…

Infine, Scagliola analizza le modalità atte a prevenire le cadute. È necessaria un’attenta valutazione del rischio, dell’ambiente di vita e delle abitudini; oggi, inoltre, la medicina geriatrica dispone del valido test di Tinetti, che consente di valutare l’equilibrio, l’andatura e il rischio di spostamento verso il basso per ciascun anziano. è inoltre fondamentale assumere comportamenti virtuosi, come l’indossare scarpe adeguate, con “suole non scivolose”, evitare di “salire su sgabelli, sedie o scale”, limitare l’assunzione di alcoolici. E poi ancora non alzarsi velocemente, “illuminare” opportunamente “gli ambienti con l’uso di luci  notturne”, rimuovere mobili non stabili e tappeti o almeno assicurarli al pavimento. Molto utile anche la soluzione di “installare corrimani e punti di appoggio in bagno, nella doccia e ad entrambi i lati delle scale”.

Forse comunque la caduta non si potrà evitare, ma in fondo Confucio sottolineava che la massima felicità non risieda “nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta".

© Riproduzione riservata

Autore: Gianni Antonio Palumbo
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