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Crac Divina Provvidenza, M5S: il Senato si pronunci favorevolmente all'arresto di Azzollini I portavoce pentastellati al presidente del Consiglio: “Nell'inchiesta sul porto di Molfetta Azzollini salvato dai voti del PD. Adesso Renzi decida da che parte stare”
12 giugno 2015

ROMA - Pioggia di arresti, di cui 3 in carcere e 10 ai domiciliari, per il crac della Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie, l’ex ospedale psichiatrico finito sull’orlo del fallimento a causa di debiti per mezzo miliardo di euro. Parlano di bollettino di guerra i portavoce comunali, regionali e parlamentari del Movimento 5 Stelle: “La situazione è gravissima. Il crac dell’ente ecclesiastico e i reati contestati dalla Procura di Trani configurano un quadro che stando alle prime ricostruzioni risulta agghiacciante”.

Tra le richieste di domiciliari c’è anche quella per il senatore Azzolini (NCD), ex sindaco di Molfetta e presidente della Commissione Bilancio al Senato; già indagato per la maxi truffa del porto di Molfetta, riguardante l’utilizzo delle intercettazioni e per il quale il Senato negò l’autorizzazione.

Abbiamo già chiesto più volte in passato le dimissioni di Azzollini. Vogliamo ricordare che all’epoca dell’inchiesta sul porto di Molfetta, inchiesta nella quale risulta ancora implicato, è stato salvato dal PD a Palazzo Madama nonostante il parere favorevole all’arresto della Giunta - commentano i portavoce M5S - Siamo davanti all’ennesimo torbido intreccio tra politica, sanità e malaffare. Le conseguenze, inutile dirlo, le pagano ancora una volta i cittadini. Prima di tutto i pazienti disabili di questa struttura che si troveranno probabilmente senza ricovero, per non parlare di tutti i contribuenti, a cui sono stati sottratti 500 milioni di euro soldi pubblici che sono stati “spostati” sui conti di imprenditori e politici.”.

Secondo i portavoce pugliesi del Movimento 5 Stelle, “l’aula del Senato deve pronunciarsi favorevolmente all’arresto, consentendo alla magistratura di proseguire con il suo operato, per evitare il rischio di inquinamento delle prove, l'occultamento di documenti o addirittura la fuga. Questa inchiesta rappresenta un punto di svoltaconcludono - Renzi deve decidere da che parte stare, se dalla parte dei cittadini o se dalla parte di gente come Azzollini. Pretendiamo che i responsabili vengano puniti e ci aspettiamo una presa di posizione netta”.

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