Coronavirus. Un lettore scrive a “Quindici”: genitori incoscienti di ragazzi che giocano in gruppo a Molfetta in barba alle restrizioni
MOLFETTA - Riceviamo questa mail da un lettore di “Quindici” che vuole portare all’attenzione l’inosservanza delle ordinanze restrittive per fronteggiare il Covid19, di alcuni cittadini convinti di minore controllo nelle periferie cittadine.
“Non capita tutti i giorni che il proprio figlio, faccia vedere il proprio cellulare, ma succede. Succede che gli vengano inoltrate immagini da un gruppo di amici di Whatsapp, che invitano a ritrovarsi in periferia, magari con le mascherine, a distanza di sicurezza, per giocare una partita, per prendere aria, per uscire dopo tre settimane di reclusione. Facciamo come loro, come la famiglia protagonista di questi scatti. E succede anche, che tuo figlio adolescente, a cui ormai le scarpe da calcetto vanno ormai strette, si dimostri più maturo dei protagonisti delle foto e dica no: Io resto a casa.
Egregio direttore, possiamo fare proclami, minacce, ergerci a virologi, ma siamo quel che facciamo e questi genitori, pur con l’intento di fare uscire i bambini, che soffrono più degli adulti di questa quarantena forzata, hanno dimostrato di meritarsi un appellativo che mi sento di condividere: IMBECILLI!
In barba a tutte le ordinanze, hanno trasgredito, sapendo di trasgredire, consci che l’estrema periferia di Molfetta è terra di nessuno, ove non vige alcun controllo ed il virus può tranquillamente circolare.
Sento altresì di affermare che i nostri ragazzi, quelli che come mio figlio hanno rifiutato l’incontro, meritano il nostro plauso ed ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, dimostrano una maturità maggiore di alcuni adulti. Restate a casa e non fate come loro”.
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