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Molfetta, maggioranza in minoranza a Molfetta, l'opposizione salva Azzollini e Marzano ringrazia Nel consiglio comunale assente Uva e il suo fido Spaccavento, con altri consiglieri di maggioranza. Motivi personali e di lavoro, giustifica Marzano. L'opposizione evita ad Azzollini una figuraccia politica, rimettendoci però la faccia. Delusione dei vari militanti politici del centrosinistra
08 luglio 2012

MOLFETTA - Senza credibilità. L’opposizione sorregge la maggioranza e salva il sindaco senatore Antonio Azzollini. Altro che dovere civico e politico, dopo gli insulti ricevuti, la cancellazione di ogni potere propositivo e decisionale per i consiglieri comunali, il disprezzo politico e le offese personali in consiglio, l’opposizione (Pd, Sel, Prc, assente l’Udc) tende una mano ossequiosa al carro azzolliano in palese difficoltà e ormai allo sbando. Questo è sembrato ai più ciò che è accaduto nell'ultima riunione del consiglio comunale.
Le dimissioni del vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Pietro Uva (non ANCORA protocollate, come dichiarato dal sindaco e dal presidente del consiglio, Nicola Camporeale, suo futuro successore), peraltro assente nel precedente consiglio, hanno lasciato un segno indelebile. Oltre al suo fedelissimo Mauro Spaccavento, mancavano Pietro Mastropasqua (tra i più presenti, ma assente per il secondo consiglio consecutivo) e Mauro Squeo, Lello La Ghezza (da tempo aveva abbandonato la coalizione azzolliniana e ora si prepara a fermarsi nel centrosinistra con il movimento civico Emiliano per la Puglia) e anche l’assessore ai Lavori Pubblici, Mariano Caputo (aspirante sindaco), arrivato solo alla fine del consiglio in Piazza Municipio e l'assessore Mauro Magarelli (ex An).
Motivi personali e di lavoro, la giustificazione liceale di un imbarazzato Angelo Marzano (Pdl), capogruppo della maggioranza, secondo cui «la maggioranza non ha problemi». Assente anche Pino Amato che probabilmente aveva già fiutato l’avvicinarsi di una debacle di Azzollini e pronosticato la figuraccia dell’opposizione (ma a quanto pare non era presente in consiglio per un impegno strettamente personale).
Per questo, prima di aprire la seduta, Camporeale ha contato più volte le fila della maggioranza, correndo con lo sguardo terrorizzato tra tutti i presenti. Il rischio era non raggiungere il numero legale: incubo poi concretizzatosi perché all’inizio del consiglio solo 13 erano i consiglieri di maggioranza, ormai senza più carte da giocare, contro i 7 dell’opposizione. Che, invece di abbandonare gli scranni del consiglio per consegnare un importante dato politico alla città e rimarcare una definitiva posizione politica nei confronti di Azzollini, è accorsa in soccorso del dominus legibus solutus, evitandoli una schiacciante figuraccia.
Tenere il numero legale, evitare di bloccare la macchina politica, scarso interesse della maggioranza: giustificazioni addotte nella dichiarazione di voto dal capogruppo dell’opposizione in consiglio, Mino Salvemini (Pd), e dal consigliere Gianni Porta (Prc) per spiegare l’improvvisa ritirata della piccola coorte dell’opposizione (astenuta al voto) di fronte alla scompigliata armata di Azzollini. Con i ringraziamenti finali di un impacciato Marzano, sotto lo sguardo disgustato e furente del dominus (dopo l’altra scivolata di Marzano nel precedente consiglio).
Passa così in secondo piano l’individuazione degli organi collegiali del Comune di Molfetta, approvata con soli voti di maggioranza (appena 15). Pur se interessante la discussione consiliare sulla mancata costituzione del Comitato di garanzia per la piscina comunale (che dovrebbe monitorare costantemente la situazione alla piscina comunale) e del Comitato di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali (l’amministrazione non ha ancora vagliato la proposta di snellimento presentata da Porta nel dicembre 2011), il Consiglio comunale ha bollato un deludente dato politico per entrambi gli schieramenti.
Increduli persino i militati politici dei partiti di centrosinistra presenti in consiglio, dopo le numerose azioni socio-politiche contro Azzollini (dalle invocate dimissioni ai vari comizi e incontri pubblici pseudo-elettorali). Se l’opposizione avesse abbandonato l’aula, la seduta sarebbe stata solo rinviata, ma quell’impresa politica (perché tale è di fronte a un’opposizione fiacca e sonnolenta) avrebbe almeno certificato una certa coerenza politica.
Necessario svecchiare e rottamare i gruppi politici attuali, l’idea comune partorita proprio dopo la discutibile scelta dell’opposizione. Forse solo così si potrebbero rompere quei fili rossi invisibili che corrono tra tutte le varie fazioni politiche. Il rispetto politico è un dovere in consiglio comunale, la stima si conquista, ma comminare con la coda tra le gambe, abdicando alle proprie funzioni cittadine, è imperdonabile. E non è escluso che questa bagattella politica abbia poi dei risvolti negativi alle prossime elezioni.
Consolo finale in consiglio e in Piazza Municipio intorno ad un deluso Azzollini, smarrito e inquieto per la dipartita maggioranza.
Sul prossimo numero di Quindici, in edicola il 15 luglio, maggiori e inediti approfondimenti sulla situazione politica di Molfetta.
 
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All’inizio del Consiglio, i consiglieri di opposizione Nicola Piergiovanni (Sel) e Salvemini hanno ricordato rispettivamente Nunzio Fiorentini, deceduto lo scorso 18 maggio, e Gianni Carnicella, assassinato sulle scale del sagrato di san Bernardino il 7 luglio 1992, di cui ricorre il ventennale. Cordoglio anche da parte del sindaco Azzollini.
 
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Autore: Marcello la Forgia
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