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Consiglio Comunale di Molfetta: approvato all'unanimità il documento contro la violenza di genere Iniziativa promossa dalla Consulta Comunale Femminile
27 novembre 2018

MOLFETTA – Una sedia vuota, coperta da un drappo rosso: una installazione semplice ma particolarmente significativa che ha connotato la seduta odierna del Consiglio Comunale. In realtà non si tratta di un “posto vuoto” bensì di un “posto occupato”: un gesto, dedicato a tutte le donne vittime di violenza. Un gesto che concretamente rende visibile un’assenza, l’assenza delle donne che, prima di essere uccise da un marito, da un compagno, da un ex o da uno sconosciuto, occupavano un posto nei luoghi che tutti frequentiamo, dalla scuola al teatro, sugli autobus o in treno. Un segno che coinvolge diverse aree del nostro Paese; dal 2017, infatti, il Consiglio Comunale di Milano riserva stabilmente uno degli scranni dell’aula al “posto occupato” mentre, in questi giorni, una sedia rossa accoglie chi varca l’ingresso principale del Palazzo di Giustizia di Ragusa.

Anche Molfetta ha, dunque, voluto rendere plasticamente l’attenzione rivolta a una tematica di così grande attualità, dedicandolo, come ha evidenziato la consigliera Rosalba Secchi, alla ventitreenne Annamaria Bufi, vittima di un femminicidio che, nel febbraio 1992, sconvolse la nostra città.

Tra i primi punti all’ordine del giorno è stata inserita l’approvazione del documento proposto dalla Consulta Comunale Femminile, approvazione avvenuta all’unanimità. Unanime, infatti, è la convinzione della necessità di un atto istituzionale di riflessione collettiva. Come ha evidenziato la presidente della Consulta Comunale Femminile Sara Pisani, quello della violenza è un fenomeno che colpisce indipendentemente dai livelli culturali, socioeconomici, territoriali: dato allarmante, anche perché in crescita è quello il numero delle vittime: 180 dall’inizio dell’anno.

La Consulta, avendo percepito la drammaticità della questione, ha promosso diverse iniziative per contrastare la violenza di genere: momenti di confronto, gesti emblematici, azioni sceniche. Soprattutto ha maturato la consapevolezza che scardinare e reinterpretare gli stereotipi di genere debba essere un obiettivo educativo che coinvolga gli uomini.

Nel documento sono stati fissati tre punti chiari e inequivocabili: la promozione nelle principali agenzie educative di percorsi formativi per educare al rispetto, il completamento e l’apertura del centro antiviolenza, l’istituzione nel pronto soccorso, di un percorso dedicato per le donne che subiscono violenza, importante al fine di garantire una tempestiva presa in carico delle donne e dei figli minori, spesso testimoni o essi stessi vittime di violenza). Tali azioni, da sole, ovviamente non sono esaustive. Sono «necessarie continue campagne di sensibilizzazione – ha concluso Sara Pisani – la violenza delle donne ci riguarda tutti. E il cammino delle donne continua».

Sulla stessa linea gli interventi delle consigliere Paola Natalicchio, Doriana Carabellese (che ha letto un messaggio della consigliera De Bari), Rosalba Secchi e dell’assessore Angela Panunzio.

Più volte è stato rimarcato come le cronache riferiscano numeri terribili che, non solo non calano, ma fanno riferimento alla fase più tragica, più drammatica, quella del femminicidio mentre alle statistiche, spesso sfuggono i dati relativi allo stalking o la violenza psicologica.

Paola Natalicchio ha stigmatizzato i ritardi nell’apertura del centro antiviolenza in via Rosa Luxemburg, ritardi che potrebbero mettere a rischio i finanziamenti, e la situazione del nostro ospedale, “falcidiato” dei servizi per le donne e per le mamme. Ha fatto riferimento ad iniziative che si sono tenute in altre città e, in particolare, ha evidenziato l’installazione di una panchina rossa dinanzi alla Casa Circondariale di Ferrara, inaugurata da una nostra concittadina, Annalisa Gadaleta, Dirigente della Polizia Penitenziaria nella cittadina estense, e dal Comune di Ferrara.

«Per noi donne il 25 novembre è ogni giorno. Non è normale che nel 2018 le donne debbano lottare per essere rispettate» ha puntualizzato l’assessore Panunzio.

Numerose sono state le attestazioni di apprezzamento rivolte alla Consulta, anche per la scelta dell’immagine celebrativa, dedicata a Denis Mukwege e Nadia Murad, ai quali è stato assegnato il premio Nobel per la Pace per la loro lotta contro l’uso della violenza sessuale come arma di guerra.

Il retro dell’immagine, poi, riporta i contatti a cui rivolgersi per aiuto o sostegno nei casi di violenza, contatti che testimoniano come l’attenzione non sia rivolta solo alla violenza contro le donne ma, come ha sottolineato la consigliera Natalicchio, «il nuovo femminismo prova a contaminare di cultura dell’antiviolenza anche il mondo dei minori, in cui si riscontra il fenomeno del bullismo, nonché rispetto all’omofobia e alla transfobia».

Si comprende bene, dunque, l’approvazione unanime del deliberato.

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Autore: Isabella de Pinto
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