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Come nasce un natante da pesca di 20 metri XI parte
15 gennaio 2013

Il lavoro di rivestimento del ponte di coperta continua con il castello di prora.* Nella foto 1 si può notare il rialzo a prora che costituisce appunto il castello; infatti sono visibili sia i bagli di coperta, sia quelli che incatenano le ordinate con gli scalmi (la parte terminale superiore dell’ordinata) più alti del castello di prora. Il procedimento di copertura col rivestimento è lo stesso già seguito per il rivestimento del ponte di coperta. Adesso si incatena la parte superiore degli scalmi delle ordinate, nella parte fuori ed entro-bordo. Prima di tutto viene praticata una scanalatura su ogni ordinata, delle dimensioni del corrente;esso poi è inchiodato, previo incollaggio, nella scanalatura, a filo della parte superiore delle ordinate, creando così il capodibanda**. Guardando l’operazione completata, in foto 2, si apprezza la bella linea assunta dallo scafo e si nota, a prora, il rialzo del castello. Anche nella parte interna viene fissata una catena di tavole sulla parte superiore degli scalmi delle ordinate, come si vede in foto 3. Nella foto 4 si può notare la linea slanciata ed elegante della parte superiore di proravia dello scafo. La copertura del fasciame dello scafo inizia dalla parte superiore dello scafo e sarà costituita, come per il ponte di coperta, da pannelli di compensato marino. Si inizia con la copertura dello specchio di poppa (foto 5). Il rivestimento sarà fatto in due fasi. La prima fase consisterà nel sagomare e tagliare, pannelli di compensato marino di legno di faggio dello spessore di 20mm, costituito da 13 fogli lamellari, con l’interposizione, fra una lamella e l’altra, di tessuto non tessuto acrilico. I pannelli, ricavati da fogli di compensato delle dimensioni di 1600 x 2000mm, sono tagliati a profilo; gli orli di sovrapposizione sono smussati accuratamente (foto 6), per assicurare un’ampia superficie di contatto per l’incollaggio, con il pannello vicino. Una particolare attenzione viene posta, nel preparare i pannelli, a far sì che l’orlo di giunzione venga fatto in corrispondenza di un’ordinata. Quando l’elemento del fasciame è stato accuratamente preparato, si passa all’incollaggio ed al fissaggio definitivo sullo scafo. Sulla superficie esterna del pannello, vengono tracciate a matita, delle linee (foto7) che corrispondono alla posizione delle ordinate. Su queste linee, ad intervalli regolari vengono praticati dei fori del diametro di circa 6mm (foto 8) con una svasatura, attraverso i quali si farà passare la vite, tale che la testa della vite di acciaio inox, in questo caso le viti impiegate hanno il diametro di 6mm e la lunghezza di 50mm, a testa svasata ed intaglio a croce, che sarà impiegata per il fissaggio, rimanga completamente affogata nel legno e non sporga. Fatto ciò, si cosparge di collante acrilico sia la superficie del pannello a contatto con lo scafo, sia le ordinate ed i longheroni sui quali il pannello verrà appoggiato e fissato con le viti. Il pannello così preparato, viene posizionato nel punto di montaggio e si procede al fissaggio definitivo, bloccandolo con le viti. A questo primo strato di rivestimento del fasciame, con compensato dello spessore di 20mm, viene sovrapposto un secondo strato di compensato sempre dello spessore di 20mm, con la medesima procedura usata per il primo strato, salvo far sì che i pannelli abbiano una forma tale che le giunzioni fra loro non capiti su quelle del rivestimento inferiore. E’ altresì ovvio che la foratura di fissaggio per le viti – questa volta saranno impiegate viti da 6mm lunghe 80mm (foto 9) – verrà praticata sfalsata, anch’essa, rispetto a quelle del primo strato. Lo spessore complessivo del fasciame di scafo, risulterà quindi di 40mm e, così come è stato realizzato (in due strati sovrapposti di 20mm), avrà una grande resistenza meccanica. Infatti la tecnica sfrutta il principio tecnologico del “legno compensato”, secondo il quale, un compensato spesso 10mm, ad esempio, risulta più maneggevole e resistente di un’equivalente tavola dello stesso spessore, oltre che pesare molto di meno. © Riproduzione riservata

Autore: Tommaso Gaudio
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