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Cataldo (Sel) a Schittulli: come si fa a dimenticare la disastrosa politica sanitaria di Fitto e Mazzaracchio in Puglia
25 ottobre 2014

BARI - Dura replica del molfettese Gano Cataldo  (foto), coordinatore regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Puglia, sulla politica sanitaria a Francesco Schittulli che si candida alla presidenza della Regione per il centrodestra

«Le opinioni dell'ex Presidente della Provincia di Bari, ora candidato per le elezioni regionali, stridono potentemente con la realtà dei fatti. Si legge un rimpianto per la sanità di Fitto e Mazzaracchio quando le ASL erano 12 e non le attuali sei, quando in Puglia non c'era nemmeno una TAC PET pubblica (ora sono dislocate in tutte le sei province), quando i piani di riordino erano fatti con criteri politici e non di equità, quando la mobilità passiva era il doppio, quando non esisteva il polo oncologico "Giovanni Paolo II" (ex-Cotugno) e quando il debito delle ASL ammontava a 1,5 miliardi di euro, ad oggi dimezzato.

Per Schittulli questi sono i bei tempi andati e se si candida a ripristinare questo tremendo stato di cose parte certamente con il piede sbagliato. E non si capisce bene ancora in quale compagnia.
Credo che l'ex Presidente della Provincia di Bari debba farsene una ragione e discutere dei fatti accaduti e limitare la propaganda alla campagna elettorale. La sanità, che assorbe per il 70% le risorse proprie della Regione Puglia, è cambiata e voler riportare indietro le lancette è un errore.

Non sono mancate le difficoltà e soprattutto gli ostacoli frapposti dai governi che si sono susseguiti (per lo più di centro destra) i quali hanno imposto un piano di rientro forse più per ragioni "politiche"che non di bilancio. Non si ricordano parole del Prof. Schittulli contro il blocco del turn over in sanità imposto da Tremonti che a tutt'oggi, producono difficoltà di organico sui servizi sanitari.

Se il modello che vuole portare in Puglia è quello di altri presidenti di centro destra faccia pure. I pugliesi sapranno certamente distinguere tra il modello campano, calabrese, di Cota e della Polverini, e quello che, pur tra tante difficoltà, ha riportato la Puglia ad un equilibrio».

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