Caso mensa, variano le tariffe ma cresce il malcontento tra i genitori di Molfetta
Continua la protesta, si va verso il ricorso al TAR
MOLFETTA - Non si placa la protesta dei genitori degli alunni delle scuole cittadine che usufruiscono del servizio mensa, nonostante la variazione delle tariffe. Nel mirino dei genitori, riunitisi presso l’auditorium Regina Pacis nei giorni scorsi, c’è la ormai famosa delibera del commissario straordinario n. 59 del 15/02/2017 con la quale si approvavano le tariffe per i servizi a domanda individuale del Settore Welfare e in particolare la variazione delle tariffe per la refezione scolastica. Una protesta “nata in classe”, come la definiscono i genitori stessi, portata avanti prima sul tavolo del commissario straordinario Mauro Passerotti e poi sui tavoli dei dirigenti scolastici e che non accenna a placarsi.
Da una stima fatta dai genitori la protesta sta tenendo, con un buon numero di bambini che vengono ritirati da scuola entro le 12.30 oppure mangiano il cosiddetto “pranzo a sacco”. Anche se continuare la protesta non è per niente facile soprattutto per quelle famiglie con entrambi i genitori che lavorano. Alcuni hanno già abbandonato la protesta, altri resistono, dicono ad oltranza.
«Ci hanno criticato, affermando che stiamo portando avanti una protesta per ricchi – esordisce uno dei genitori durante l’assemblea - cosa non vera, perché dal giorno che diverrà esecutiva la delibera in questione, ci troveremo dalla sera alla mattina ad essere morosi nei confronti dell’ente, a causa della retroattività delle tariffe, non si vuole capire che la retroattività riguarda tutti, per cui tutti i genitori sono sullo stesso piano».
Altro punto scottante è la decisione di alcuni Dirigenti scolastici di interrompere la concessione fatta agli alunni di poter consumare a scuola il pranzo a sacco. Alla Berlinguer – Manzoni, per esempio, c’è stato il diniego del Dirigente al quale i genitori hanno dovuto attenersi, nonostante una nota del MIUR del 3 marzo scorso deleghi alle singole scuole la valutazione sulle modalità di consumo del pasto domestico negli spazi comuni e invita presidi e dirigenti degli uffici scolastici regionali a chiedere il supporto del Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione delle Asl per individuare le modalità che garantiscano la salute di tutti gli studenti.
Una protesta silenziosa, a tratti altalenante, ma per niente conclusa.
Molti i genitori presenti disposti ad arrivare fino in fondo a questa storia: «Vogliamo vederci chiaro – ci dicono – vogliamo sapere se tutto questo è lecito o è solo una manovra per far cassa» - e si anima la polemica. «Non siamo convinti di quanto affermi il Commissario sulla legittimità della retroattività delle tariffe – dicono – in quanto l'art. 1, comma 169 della legge n. 296 del 2006, parla di aliquote relative ai tributi e non al servizio mensa, non assimilabile a tributo locale».
Intanto, il 29 marzo prossimo alle ore 17 il comitato dei genitori ha deciso di incontrare alla Fabbrica di San Domenico un avvocato amministrativista di un noto studio associato barese per procedere con l’impugnazione della delibera davanti al TAR e capire le motivazioni di impugnazione della stessa.
Resta al momento l’amarezza dei tanti intervenuti per le modalità con cui questa storia è iniziata e sta continuando, con la consapevolezza che ad avere la peggio sono sempre i più deboli, in questo caso i bambini.
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Autore: Giovanni Angione
