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Cantieri navali, in vista un nuovo scempio a Molfetta con colata di cemento di 30 metri dentro il mare. L’allarme lanciato da Leo Murolo e Giulia de Ceglia
L'area dei cantieri navali su spiaggia Maddalena
02 ottobre 2020

MOLFETTA – Nella città del cemento e dei cantieri perenni si prepara un altro scempio: quello dei vecchi cantieri navali. A lanciare l’allarme è l’ing. Leo Murolo di Molfetta: «Può una colata di cemento far ritornate i cantieri navali agli albori di un tempo? Spiaggia Maddalena è consona a questo rilancio?

Innanzitutto utilizziamo i termini corretti; i cantieri di navale hanno poco, anzi niente. Erano cantieri adibiti alle costruzioni e riparazioni di imbarcazioni da pesca. Un punto di riferimento di eccellenza della marineria Italiana, per poi divenire area di rimessaggio di piccole imbarcazioni da diporto. Un solo cantiere continua a costruire pescherecci, ma ancora per poco.

In questo desolante scenario, continuano i sequestri delle aree e la sopravvivenza di pochi concessionari, in un ambiente vetusto e tecnicamente non più idoneo.

Quindi perché insistere con Spiaggia Maddalena e non spostare i cantieri in una nuova area idonea sia dal punto di vista infrastrutturale che di collegamento con la viabilità? Dare l’attuale area cantieri alla città sarebbe auspicabile. Si intersecherebbe magnificamente nello scenario paesaggistico portuale e riqualificherebbe tutta la zona prospiciente.

Mentre i cantieri, spostati in una nuova area, avrebbero più spazio banchinabile, infrastrutture adeguate (invece di suppigne di pochi metri quadri…), e i collegamenti adatti a questo tipo di attività.

Altra nota dolente; i pseudo concessionari che non operano, pur avendo ricevuto concessioni in subentro border line. Le regole di concessione demaniale prescrivono che l’area di concessione deve essere utilizzata per gli scopi prefissati. Ovvero nessuno può acquisire concessioni demaniali e non utilizzarle o adibirle a diverso uso, pena il decadimento della concessione stessa.

Allora mi chiedo perché l’amministrazione non vigila in questo ambito? o stimola i concessionari ad operare pena la revoca della concessione?

Insomma si continua a vedere ad un palmo dal naso, senza un progetto lungimirante che possa supportare queste attività importantissime per la nostra marineria, rilanciandole in un mercato sempre più dinamico e altamente specializzato.

Spiaggia Maddalena è un unicum di archeologia industriale che deve essere preservata e non affogata nel cemento».

Gli fa eco Giulia de Ceglia, imprenditrice del settore della pesca: «Nell'ultima delibera di Giunta su Spiaggia Maddalena, la n.144 del 10 luglio 2020, è stato approvato un costosissimo progetto di fattibilità tecnica ed economica che, senza mettere chiaramente nero su bianco ma parlando vagamente di "riqualificazione cantieri navali", in realtà stravolge e deturpa irreparabilmente un'area di archeologia industriale unica in Italia!!! Nulla si dice a riguardo del Museo del Maestro d'ascia, e intanto si vorrebbe fare una colata di cemento su Spiaggia Maddalena, fino a 30 mt dentro il mare!!!!

Un progetto assurdo, con l'ancora più assurda motivazione di modernizzare i cantieri navali e, contemporaneamente, " ricucire la periferia della Madonna dei Martiri con il centro storico"! Decidete: volete farne un'area di lavoro oppure una zona di locali e movida???».

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