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Buona Pasqua ai cittadini di Molfetta e ai lettori di “Quindici” in tutto il mondo: trasformiamo il tempo sospeso, in forza per la ripresa per un mondo migliore. RESTATE INFORMATI MA RESTATE A CASA. L’iniziativa dei giornalisti di “Quindici” a Molfetta
Felice de Sanctis, direttore di "Quindici"
12 aprile 2020

MOLFETTA – Cari amici, lettori, cittadini, questa Pasqua, voglio farvi auguri “diversi”, come è “diverso” il tempo sospeso in cui viviamo: abbiamo perduto la “risorsa tempo” con l’isolamento da coronavirus.

Non possiamo più incontrarci, abbracciarci, baciarci, chiusi in una solitudine fatta di silenzi, ma anche di incontro con noi stessi. Da quanto tempo non “ci parlavamo”, da quanto tempo non “ci ascoltavamo”. Bene, l’emergenza ci ha dato questa occasione. Non sprechiamola, utilizziamola per interrogarci non solo su noi stessi, ma sul futuro di Molfetta e dell’Italia, sul nostro futuro, sul rapporto con gli altri, sulla società effimera che abbiamo costruito (e il virus ce lo fa scoprire; in questo condivido l’invito del nostro vescovo don Mimmo Cornacchia: “trasformiamo il virus in virtù”) per far sì che al termine di questa quarantena, ci ritroviamo ad essere “comunità” nel senso pieno e autentico del termine.

La desertificazione del tempo, il senso di vuoto che ci prende, ci faccia comprendere come sia dannosa l’egolatria dominante in questi anni, l’odio diffuso a piene mani, per respingere l’altro perché diverso per colore della pelle, per religione, per nazionalità.

Al termine di questi “arresti domiciliari” riscopriremo il bisogno di incrociare gli sguardi, stringere le mani non per un saluto convenzionale, ma per una stretta fraterna, che trasmetta energia, ma anche condivisione e fratellanza.

Andremo alla ricerca dei sorrisi perduti o nascosti dietro una triste maschera, necessaria ad evitare il contagio. Ecco perché oggi dobbiamo continuare il sacrificio di restare a casa, restando informati, come recita lo slogan della campagna di “Quindici”, diffuso attraverso i suoi collaboratori e oggi con il suo direttore.
Ecco gli auguri di Buona Pasqua di questo triste 2020 nel tempo del coronavirus, per esorcizzare la paura, affidandoci alla speranza di costruire un mondo migliore. Un mondo soprattutto di pace, dove non si producano armi, ma si costruiscano ospedali. Un mondo che sia “arca di pace e non arco di guerra”, come ci ha insegnato don Tonino, dove i poveri e gli ultimi non vengano dimenticati e abbandonati. La solidarietà di questi giorni, non sia solo temporanea, episodica, ma continua, costante, uno stile di vita che ci faccia essere “diversi” da quelli che eravamo prima. Così nulla sarà come prima.

Che la Pasqua, come ci insegna la Chiesa, sia un “Passaggio” (il significato del termine) dalla morte alla vita, dall’egoismo imperante alla scoperta dell’altro, della comunità, attraverso il percorso di questo deserto di solitudine che stiamo vivendo. Trasformiamo la nostra fragilità in una forza. Questa solitudine forzata ci ha fatto riscoprire i veri valori della vita e della famiglia. Tutti dicono che alla fine dell’emergenza nulla sarà più come prima, cerchiamo di far sì che non sia peggio di prima, ma meglio, capitalizzando le lunghe giornate in quarantena e in silenzi meditativi, in un’occasione per essere migliori, per lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato, come ha insegnato Baden Powell ai suoi scout, ma anche migliore di come l’abbiamo trasformato con i nostri errori violentando la natura e l’ambiente, ma anche i rapporti umani.

Dopo, alla fine dell’emergenza, l’urlo del virus invisibile e assassino, resterà solo un’eco lontana e la desertificazione del tempo, sarà un remoto ricordo, come il senso di impotenza che ci pervade in questi giorni, nei quali viviamo l’angoscia dell’ignoto e l’incertezza di un domani che, non nascondiamocelo, sarà duro e difficile, molto difficile.

Trasformiamo questa tragedia in un’opportunità, trasformiamo la paura in coraggio, in quella sicurezza che ci dà la speranza, perché, come dice papa Francesco abbiamo “il diritto alla speranza”. Torniamo a toccare idealmente le mani degli altri dai balconi, per stringere la mano del vicino e, l’uno con l’altro, formiamo un grande girotondo che sia un inno alla vita, dandoci la forza di riprendere il cammino più forti di prima.

Il mondo andrà a finire bene, non vi preoccupate. Da quando Gesù è risorto, non possiamo più avere paura” (Don Tonino Bello).

Risorgeremo anche noi. Andrà tutto bene, ce la faremo. INSIEME.

Buona Pasqua a tutti voi e alle vostre famiglie anche distanti e divise, con un grande abbraccio.

Felice de Sanctis

Autore: Felice de Sanctis
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