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Arresti ospedale di Molfetta, l’ex sindaco Paola Natalicchio attacca Emiliano e difende i dipendenti onesti
Paola Natalicchio
10 luglio 2019

 MOLFETTASul prossimo numero della rivista mensile “Quindici” in edicola sabato, ampi servizi e approfondimenti sullo scandalo degli assenteisti all’ospedale di Molfetta: foto, nomi, interviste, commenti. Tutto quello che non trovate on line. “Quindici” quello che gli altri non dicono”.

Intanto continuano le reazioni alla vicenda, soprattutto da parte di chi come Paola Natalicchio ex sindaco e consigliera comunale dell’opposizione di sinistra, si è battuto per salvare l’ospedale, ormai declassato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. L’ex sindaco attacca il governatore anche per le sue dichiarazioni sul lavoro dei dipendenti dell’ospedale.

«Mi piace ragionare sulle cose andando a fondo e analizzando i dati – dice la Natalicchio -. E mi dispiace che nel baccano delle dichiarazioni stonate del presidente Michele Emiliano e nello shock generalizzato che ha travolto la città nessuno lo abbia fatto finora. Anche chi ricopre attualmente cariche ben più rilevanti della mia. Comunque ecco i dati dell'organico del nostro ospedale. Sono pubblicati sul sito della Asl, tutti li possono cercare e verificare su Internet. A fronte di 30 indagati, i dipendenti dell'ospedale sono 382. Il personale sanitario della struttura si compone di 84 dirigenti medici ospedalieri ne sono stati indagati 2, se ho ben ricostruito le informazioni diffuse dalla stampa. Gli infermieri sono 167. É indagato, tra loro, 1 coordinatore infermieristico. Indagato anche un tecnico di radiologia. Stop.

Aggiungo che gli indagati non sono solo dell’ospedale. Ci sono dipendenti del distretto e del servizio veterinario. Dunque, togliendo i nomi degli amministrativi e dell'ufficio tecnico, i sanitari indagati o agli arresti domiciliari dell'organico ospedaliero sono 4. Questo non sminuisce la posizione di chi è coinvolto, visto che sono scattate misure molto serie come l'arresto i l'interdizione dall'esercizio della professione. Però siamo in un'altra storia. Non possiamo parlare di "ospedale degli assenteisti o dei fannulloni".

Né fare inferenze e dire (vergognosamente) che l'ospedale era bacato e quindi meritava di essere declassato. Ribadisco la mia vicinanza a chi ogni giorno nel nostro ospedale timbra il cartellino e lavora in silenzio, al suo posto, per assicurare la sicurezza sanitaria e la salute pubblica a questo territorio. Non è giusto però, travolgere l'onorabilità del nostro presidio senza fare corretta informazione e andare a capire fino in fondo cosa è accaduto e dove».

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