Aria di burrasca nella sinistra a Molfetta. La base rimprovera SI e Rifondazione di non aver provocato la caduta di Minervini
MOLFETTA – C’è aria di burrasca nella sinistra a Molfetta dopo la formazione dell’ennesima giunta Minervini, rimaneggiata e rimpastata spostando l’asse sempre più a destra, con la nomina di Giacomo Rossiello (che non aveva nascosto le sue simpatie mussoliniane) ad assessore, senza che, tra l’altro si fosse dimesso dalla carica di presidente dell’MTM, nella quale era stato riconfermato dal sindaco qualche giorno fa.
La base rimprovera a Sinistra Italiana e Rifondazione comunista di non aver firmato le dimissioni dal notaio, per far cadere immediatamente il sindaco Tommaso Minervini, favorendo così la nascita di quella nuova maggioranza che “Quindici” ha definito “ciambotto 2”.
Secondo Rifondazione, per contrastare questa politica mercantile e affaristica, non potevamo permettere che questa esperienza amministrativa si concludesse con un colpo di spugna - le dimissioni dal notaio della maggioranza dei consiglieri -. Questa crisi va portata alla luce del sole, con mozione di sfiducia che si discuterà lunedì 29 novembre in consiglio comunale».
Ma la base ribatte che è stata un’occasione perduta che permetterà alla coalizione ciambotto di rafforzarsi per vincere anche le prossime elezioni (soprattutto avendo in mano il governo della città), mentre la sinistra rischia di perdere ulteriori consensi.
Critiche non del tutto infondate. In politica bisogna saper scegliere i tempi ed agire. Dopo si possono solo fare dibattiti, senza risultato. Anche perché la sinistra a Molfetta è più divisa che mai e gli avversari si rafforzano non per proprio merito, ma per demerito (o scarsa lungimiranza) degli altri. Il passato insegna. E alle elezioni rischia di crescere l’astensionismo, soprattutto fra votava a sinistra.
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