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Appello di una cittadina al sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini: “apra i porti e rifiuti il decreto sicurezza di Salvini”
05 gennaio 2019

MOLFETTA – Una cittadina di Molfetta ci ha inviato un appello al sindaco sul decreto sicurezza, che pubblichiamo integralmente:

«Caro Direttore di Quindici,

conoscendo la tua sensibilità più volte manifestata con i tuoi scritti e le tue prese di posizione a favore dell’accoglienza, nel solco del nostro indimenticato vescovo santo don Tonino Bello, ho pensato di rivolgere tramite il tuo giornale, un appello al sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini.

E lo faccio in modo anonimo, pregandoti di tenere riservata solo per te la mia identità, perché non cerco pubblicità, ma voglio solo sollevare un problema che sta a cuore a me come a tanti molfettesi.

L’accoglienza non si fa solo a parole, ma con le azioni quotidiane, come ci insegnava don Tonino. Ma a Molfetta questo sembra dimenticato. Perfino la venuta di Papa Francesco non è servita ad aprire i cuori: molti hanno partecipato all’evento come a una festa mondana, non cogliendo il suo messaggio di fratellanza a tutti i popoli.

Il consiglio comunale chiamato ad esprimersi a favore dell’accoglienza o a dare la cittadinanza al sindaco di Riace (era solo un gesto simbolico), si è rifiutato di farlo. Non so più se Minervini sia di destra, di sinistra, di centro e non mi interessa. Per essere cristiani non serve un’etichetta, ma un gesto.

Bene, sindaco, abbia il coraggio che hanno avuto tanti suoi colleghi e rifiuti il decreto sicurezza di Salvini, dimostrando che Molfetta è sempre accogliente e non solo nei giorni della festa patronale della Madonna dei Martiri. Potrei continuare ancora, ma credo che Minervini abbia le corde e la sensibilità giusta per accogliere questo appello. Sarà anche simbolico, come quello che lei stesso direttore De Santis fece quando invitò il sindaco ad aprire il porto di Molfetta a questi disperati che con donne e bambini lottano in mare per la sopravvivenza.

Molfetta è anche una città di mare, ha perduto molti figli sul mare e dovrebbe avere una sensibilità maggiore proprio per questo. Ma Molfetta è diventata grande anche per il mare, per lo scambio di culture che attraverso di esso si sono perpetrate nei secoli.

Possibile che Molfetta non abbia più cultura, non ricordi più la sua storia? Possibile che i cittadini di Molfetta siano diventati cattivi? Non sono buonista, ma solo umana. Possibile che abbiano dimenticato le parole di don Tonino, salvandosi la coscienza dedicandogli qualche monumento che il nostro vescovo non avrebbe mai voluto?

Possibile che io, donna, madre e insegnante, mi debba vergognare della mia città, della quale sono andata sempre orgogliosa, proprio per le sue virtù culturali e umanitarie?

Fare il sindaco seduto alla scrivania per 12 ore al giorno, non significa rappresentare quella che lei stesso auspica, diventi una comunità, perché una comunità non nasce dalle carte, dai provvedimenti amministrativi, ma dalla condivisione. Sono sicura che lei è capace di grandi gesti, ma è chiuso in una camicia di forza di alcune forze politiche che l’hanno eletta, che sono contrarie all’accoglienza proprio per la loro estrazione culturale e politica.

Sindaco, faccia un gesto di coraggio, fuori dal Palazzo e dimostri con i fatti di aver compreso la grande lezione di umanità lanciata da don Tonino. Altrimenti di lei resterà solo un freddo ricordo notarile e sono sicura che lei non lo voglia.

Mi perdoni, se mi sono permessa di scriverle, ma credo che i cittadini debbano esprimere con sincerità quello che pensano al proprio sindaco che dovrebbe rappresentarli. Il decreto sicurezza, tra l’altro, rischia di divenire di insicurezza, con tutte le conseguenze del caso. E lei, sindaco, è anche il responsabile della sicurezza dei suoi cittadini, che si ritroveranno migranti sbandati per strada, facile manovalanza per la criminalità.

Grazie dell’attenzione (grazie anche a “Quindici” per l’ospitalità), buon lavoro e buon anno, con la speranza che lei riesca veramente a far diventare Molfetta una comunità.

Una cittadina sensibile e accogliente».

Accogliamo al richiesta di anonimato, anche perché la lettera pervenuta a “Quindici” è regolarmente firmata. Sappiamo che anche questo appello, come quello di aprire i porti (vedi l’odissea della Sea Watch di questi giorni), resterà senza risposta da parte di Minervini, prigioniero della sua maggioranza. Ma un giornale che rappresenta l’opinione pubblica e dice “quello che gli altri non dicono” non può non raccogliere questo appello, che sottoscriviamo integralmente, perché rappresenta anche il nostro pensiero e quello dei nostri lettori.

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