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“Appaltopoli”, Il Movimento “Area pubblica”: i cittadini di Molfetta non si sentono al sicuro col sindaco Minervini indagato. Dubbi sui bilanci comunali: la Procura indaghi
10 giugno 2021

MOLFETTA – Sulla vicenda “Appaltopoli” interviene anche il Movimento politico Area Pubblica (Bepi Maralfa).

«L'indagine della Procura della Repubblica di Trani e della Guardia di Finanza di Molfetta copre un lasso temporale di due anni (2019-2020) ma tenuto conto del numero degli appalti interessati dai reati di corruzione, turbativa d'asta ed illecita scelta del contraente, vi è da pensare che l'attività criminosa è iniziata prima di tale periodo ed è proseguita anche dopo il termine della prima fase delle indagini.

Riteniamo, pertanto, che a motivo dell'elevato numero di gare pilotate e di appalti interessati dai reati contestati dalla Procura e dal Giudice per le Indagini preliminari, i cittadini di Molfetta non possano ritenersi al sicuro di fronte a scellerate scelte finanziarie della Pubblica Amministrazione, in testa alla quale c'è ancora il sindaco Minervini (a sua volta indagato per fatti gravissimi) il quale svolge pure la strategica funzione di assessore al bilancio.

In merito al consumo spropositato di denaro pubblico ed alla corrispondente contrazione delle entrate - derivante dal periodo di crisi finanziaria connessa al Covid 19 - non comprendiamo come Minervini riesca a far risultare il bilancio comunale sistematicamente in pareggio ed a proseguire in bellicosi progetti di finanziamenti di opere pubbliche.

Vi sono due ulteriori aspetti di particolare importanza: il primo, è quello che il Comune di Molfetta versa annualmente nel portafoglio dell'Azienda dei Servizi Municipalizzati (ASM) molto più di 10 milioni di euro pagati da Noi tutti, ma per come la città si presenta, non sembra che l'utilizzo di tali ingenti risorse finanziarie sia corrispondente al risultato prodotto sotto gli occhi di tutti; il secondo, se vero, come sostenuto nel corso della conferenza stampa dell’8.6.2021 il Procuratore di Trani, dott. Nitti, che gli imprenditori pagavano tangenti in denaro ai politici e funzionari coinvolti nelle indagini (e di ciò non si ha ragione di dubitare, tenuto conto che nelle autovetture degli indagati la Guardia di Finanza ha piazzato delle telecamere che hanno consentito di videoriprendere le scene delittuose) il denaro utilizzato per pagare le tangenti non può che essere quello elargito dal Comune (e cioè da noi cittadini) alle imprese vincitrici delle gare di appalto, proprio per l'esecuzione delle opere "drogate".

Tutto ciò ci lascia pensare che le somme stanziate per gli importi a base d'asta per le gare di appalto, possano essere non corrispondenti ai reali costi delle opere stesse e che, quindi, oltre al danno da reato, vi sia anche un pericolo di danno finanziario ed erariale per il Comune di Molfetta che, se accertato, metterebbe in ginocchio la Città ed i cittadini molfettesi.

Vi è un ultimo - ma non meno grave - elemento che riteniamo utile portare all'attenzione della nostra Comunità: le ditte che hanno perduto le gare di appalto, una volta saputo che sono state svantaggiate (solo ed unicamente perché chi vinceva la gara pagava la mazzetta) solleveranno pesanti contenziosi nei confronti del Comune e cioè nei confronti di Noi tutti, al punto da far ritenere che nei prossimi anni l'Ente correrà il rischio di risarcire danni, aumentando le imposte e le tasse a nostro carico ovvero privando di risorse finanziarie altri settori strategici, come le fasce deboli in esse comprese l'assistenza socio sanitaria e le disabilità.

Perché, deve risultare evidente a tutti, che l'effetto devastante della corruzione non è direttamente percepibile oltre gli steccati in cui si muovono corruttori e corrotti, bensì indiretto cioè involge settori diversi e non strettamente interessati dai fenomeni corruttivi. Ebbene, se questo è vero, non possiamo esimerci dal rilevare che allo stato attuale il sindaco - gravemente indagato - versa in una situazione di assoluta incompatibilità con la sua funzione di tutore legale dell'Ente comunale e di assessore al bilancio: come farà, infatti, contemporaneamente, Minervini da un lato a difendere sé stesso, dall'altro a difendere i cittadini danneggiati dai reati di cui è pure lui è indagato? Se, come è umano ritenere, penserà all'autodifesa non potrà che mandare a mare la Città facendola annegare nei debiti.

Per tutti questi motivi, chiediamo che il Procuratore della Repubblica e la Guardia di Finanza vogliano tempestivamente effettuare indagini sul bilancio comunale, al fine di stabilire, nell'interesse dei cittadini molfettesi, che con grande sacrificio pagano tasse ed imposte, se siano ravvisabili ipotesi di reato connesse alla gestione del più importante strumento politica finanziaria del nostro Ente locale.

SUL PROSSIMO NUMERO DELLA RIVISTA MENSILE "QUINDICI" - IN EDICOLA QUESTO SABATO 12 GIUGNO - ARTICOLI, FOTO E COMMENTI SULLA VICENDA "APPALTOPOLI" CON L'ATTESO EDITORIALE DEL DIRETTORE FELICE DE SANCTIS "QUESTIONE MORALE E DIGNITA' PERDUTA"

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