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“Appaltopoli” dopo gli arresti, i commenti. L’ex sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio: “Avevamo ragione a chiedere spiegazioni dei lavori pubblici e degli appalti. Una stagione politica immonda”. SUL PROSSIMO NUMERO DEL MENSILE "QUINDICI" NOTIZIE E APPROFONDIMENTI Forza Italia tace per l’imbarazzo dell’arresto della sua capogruppo Sara Castriotta, tacciono anche l’ex sen. Azzollini e la sen. Minuto. SABATO IN EDICOLA IL MENSILE "QUINDICI" CON NOTIZIE, FOTO, COMMENTI E L'EDITORIALE DEL DIRETTORE "QUESTIONE MORALE E DIGNITA' PERDUTA"
L'ex sindaco Paola Natalicchio
10 giugno 2021

“Appaltopoli” dopo gli arresti, i commenti. L’ex sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio: “Avevamo ragione a chiedere spiegazioni dei lavori pubblici e degli appalti. Una stagione politica immonda”

Forza Italia tace per l’imbarazzo dell’arresto della sua capogruppo Sara Castriotta, tacciono anche l’ex sen. Azzollini e la sen. Minuto.

 MOLFETTA – Continuano i commenti sulla vicenda “Appaltopoli”, l’operazione della Procura di Trani con la Guardia di Finanza, denominata “Fantasia al potere” che ha portato all’arresto di 16 persone fa cui l’ex assessore Mariano Caputo, della consigliera comunale e capogruppo di Forza Italia Sara Castriotta (il partito dell’ex sindaco Antonio Azzollini tace per l’imbarazzo, ma tace anche la sen. Carmela Minuto di solito molto presente sulle vicende cittadine) e del dirigente comunale architetto Orazio Lisena.

“Quindici” da tempo aveva definito ironicamente “cantiere perenne” l’assessore Caputo e ora certi dubbi si spiegano, mentre la Procura ringrazia la stampa per il suo lavoro di denuncia e i cittadini per le segnalazioni pubblicate su Facebook, che avrebbero permesso agli inquirenti di approfondire le indagini.

Sullo scandalo, che vede anche il sindaco Tommaso Minervini indagato, e del quale le opposizioni hanno chiesto le dimissioni, ora interviene l’ex sindaco Paola Natalicchio con un commento amaro:

«Abbiamo avuto bisogno di vedere i grattacieli sul mare e le foto della piscina abbandonata e distrutta per capire fino in fondo i danni di questa Amministrazione.

Abbiamo avuto bisogno degli elicotteri e delle manette e di un’indagine rigorosa e incredibile della Guardia di Finanza, che non lascia spazio a molti dubbi, per capire l’alto tradimento di questa Amministrazione alla città pubblica, al bene comune, all’interesse di tutti contro quello di pochi, ai diritti per tutti contro i favori agli amici.

Scopriamo adesso, come fosse una novità, che per vincere un appalto al comune di Molfetta serviva oleare il meccanismo, bisognava “conoscere”, e che la porta di accesso al denaro pubblico passava dalle case private, dalle macchine, dai regali, dalle banconote. Con la politica non a fare da argine al malaffare, ma in cabina di regia.

Viene da dire, con amarezza: ma quindi non eravamo pazzi? Quando ripetevamo che attorno alle opere pubbliche si stava facendo carne da porco, quando ci alzavamo in consiglio comunale o in commissione Lavori Pubblici e chiedevamo spiegazioni della pioggia di milioni sulla città, dei cantieri lumaca e delle perizie di variante, dell’uso dei fondi del Porto, del mutuo sulle strade.

Quindi avevamo ragione, quando abbiamo provato per tre anni a pulire i bilanci, a controllare le spese, a bonificare l’ufficio appalti e contratti, a controllare le determine dirigenziali una a una, a impedire che gli uffici di Lama Scotella diventassero un suk impazzito, un mercato di incarichi e commesse. Quindi esiste una differenza, tra la buona politica e la malapolitica.

Quindi non eravamo gli incapaci di cui avete raccontato e scritto, picchiando sulle tastiere e stampando vergognosi 6 per 3, e mettendo in giro voci squallide e incontrandovi di nascosto per organizzare questa stagione politica immonda e farci cadere.

Eppure siamo stati sbattuti sui giornali per mille giorni, siamo stati denunciati in ogni sede dagli stessi che hanno usato il Comune come il loro portafoglio, siamo stati contrastati e buttati via come un fazzoletto usato anche dai cosiddetti “partiti amici” e dal presidente Michele Emiliano, che per insediare questa coalizione e aiutare questo sindaco che oggi firma politicamente questo disastro - e ancora ci propone distinguo, spiega, difende, balbetta, blatera e non si dimette - si è dato fuoco sui palchi, ha mobilitato energie, patrocinando politicamente l’alleanza politica peggiore di sempre, da cui ora - vista anche l’ostinazione del Pd a restare dentro quest’esperienza fino all’ultimo minuto - sarà durissima tornare indietro.

Ho un’infinita amarezza nel cuore, in queste ore. Per quello che poteva essere e non è stato, per come ci siamo arrivati a capire le cose. Cose che erano lì da prima, cose che si capivano e si sapevano, cose contro cui abbiamo combattuto a mani nude, perché a mani nude abbiamo lavorato per bonificare Molfetta dalla corruzione, dall’illegalità e dall’abbraccio mortale tra politica e affari. I migliori anni della nostra vita. Per poi vederli ricominciare più spavaldi e pericolosi di prima. A fare banchetto e a spartirsi la torta.

Però ho anche orgoglio. Tanto orgoglio perché noi non siamo stati così. E la storia, come il nostro mare, ha prima portato la verità lontana, che non la riuscivi nemmeno a spiegare. Poi l’ha restituita, chiarissima, sulla riva. Sono stati anni brutti, quelli in cui non avete capito. Anni in cui non ci abbiamo dormito la notte.

Ti voglio bene Molfetta. Assai. Ma stavolta capiamo bene la lezione. Quella politica, quella morale. Al di là dell’importante lavoro della magistratura. Prendiamo appunti su un inchiostro che non si cancella. E rimettiamoci in volo».

SUL PROSSIMO NUMERO DELLA RIVISTA MENSILE "QUINDICI" - IN EDICOLA QUESTO SABATO 12 GIUGNO - ARTICOLI, FOTO E COMMENTI SULLA VICENDA "APPALTOPOLI" CON L'ATTESO EDITORIALE DEL DIRETTORE FELICE DE SANCTIS "QUESTIONE MORALE E DIGNITA' PERDUTA"

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