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Apertura del mese missionario nella Diocesi di Molfetta
30 settembre 2020

MOLFETTA - Giovedì 1° ottobre si apre il mese missionario nella Diocesi di Molfetta che quest’anno ha come tema “Tessitori di fraternità”. Per l’occasione, il Centro Missionario propone alla comunità diocesana di vivere insieme una serata di preghiera e condivisione presso la parrocchia Immacolata di Giovinazzo.

Dalle ore 20 sarà possibile partecipare a un’adorazione eucaristica che vedrà un susseguirsi di letture, canti, gesti simbolici e testimonianze missionarie. Sarà inoltre presentata per la prima volta al pubblico l’icona di Maria, Madre della Missione¸ che ogni domenica di ottobre, a partire dall’11, si potrà venerare in una diversa città durante la celebrazione delle 19.00 (11 ottobre – parrocchia San Domenico di Ruvo, 18 ottobre – Cattedrale di Molfetta, 25 ottobre – parrocchia Beata Maria Vergine Immacolata di Terlizzi).

Al termine dell’adorazione del 1° ottobre, avrà luogo un momento di preghiera interreligiosa sul sagrato della parrocchia Immacolata di Giovinazzo in memoria di don Roberto Malgesini, “prete degli ultimi”, ucciso a Como da una delle persone che lui assistiva lo scorso 15 settembre.

Le origini extracomunitarie dell’assassino e i vari decreti di espulsione a suo carico sono stati sufficienti per riaccendere la polemica contro coloro che, scappando dalle proprie terre d’origine, colpite da guerre e fame, approdano in Italia in cerca di una vita migliore. Da qui, la proposta di un momento di preghiera interreligiosa per don Roberto, tessitore di fraternità e fulgido testimone di dialogo con i popoli, da parte delle associazioni laicali ed ecclesiali della Rete dei Popoli (di cui fa parte anche il Centro Missionario Diocesano) insieme alle rappresentanze delle comunità di varie provenienze e confessioni religiose residenti in diocesi, le quali tutte insieme dallo scorso anno organizzano a Molfetta la Festa dei Popoli.

La preghiera sarà recitata da rappresentanti della religione cattolica, buddista e mussulmana.

Ricordare don Roberto significa incentivare la vicinanza agli ultimi e il contrasto a ogni forma di discriminazione, ben sapendo che l’aiuto al prossimo, la mano tesa verso il disagio e l’esclusione spesso comporta dei rischi. Questi rischi, però, vale la pena correrli perché nessuno resti indietro, nessuno si senta uno scartato o, come diceva don Tonino Bello, un drop out.

 

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