Recupero Password
Anilda Ibrahimi: a Molfetta la scrittrice che narra con il cuore alla sua terra
06 luglio 2017

MOLFETTA - Il filo conduttore del secondo incontro della V edizione del Festival letterario “Storie Italiane”, promosso dalla libreria Il Ghigno di Molfetta, è la fusione tra  musica e  letteratura; protagonista della serata la scrittrice e giornalista di origini albanesi Anilda Ibrahimi, che, nella zona antistante la libreria, si confronta con la professoressa Isa de Marco e con Raffaele Tedeschi, capogruppo della Municipale Balcanica, che attinge il suo nome dall’origine dei musicisti con i quali ha fatto i primi meeting.

È questa anche l’occasione di premiare il vincitore del concorso, indetto dalla stessa libreria, finalizzato alla realizzazione del logo del festival 2017: Francesco Porcelli presenta al pubblico la sua idea, che ha a che fare col mare, portatore di messaggi e simbolo dell’incontro con altri mondi.

Una volta allietato il clima con qualche pezzo a cura della band, Anilda parla di come nel suo quarto romanzo, “Il tuo nome è una promessa, sia riuscita ad immedesimarsi nei personaggi della vicenda, tratta da una storia vera, attraverso una dettagliata ricerca di fonti storiche; è proprio la Storia a giocare un brutto scherzo ai protagonisti del testo: lo stesso luogo che rappresenta salvezza, a distanza di tempo si rivela una prigione.

«A mio parere la narrazione non è mai fine a se stessa; la storia riguarda l’ autore, ma riguarda anche il pubblico:ogni personaggio è universale» spiega la scrittrice.

Nel testo il messaggio che Anilda vuole imprimere nelle menti dei lettori traspare attraverso gli occhi di Rebecca perché la scrittrice lascia parlare i fatti.

Il romanzo, pur conservando la passione balcanica che contraddistingue l’autrice, si affaccia sul periodo nazista e vede come nodo centrale l’accoglienza che gli albanesi offrono alle popolazioni ebree in fuga dalla Germania nazista.

La stessa ξεν?α sacra ai Greci cui fa riferimento Omero nell’Odissea ritorna in un romanzo contemporaneo ambientato a Tirana: dolci ricordi affiorano nella mente di Anilda, attualmente residente in Italia, ma col cuore alla sua terra; quella terra dove ha imparato ad accogliere, dove regna una società inclusivista e dove vi è un forte sincretismo religioso: la stessa terra visitata per prima da Papa Francesco per la convivenza e il rispetto tra le religioni.

Gli interlocutori e i presenti si complimentano con Anilda per l’italiano elegante che mastica davvero bene e l’autrice precisa di essere a conoscenza solo dell’italiano letterario, non avendo un’infanzia legata a questa terra. «È spontaneo per me raccontare in italiano, è un atto involontario come respirare. Io sento di possedere questa lingua».

Ed è a questo punto che Anilda Ibrahimi rivela il suo segreto: oltre ad essere un’accanita lettrice, ella conserva nel suo studio, che definisce il suo laboratorio di scrittura, ogni edizione italiana pubblicata del dizionario dei sinonimi e contrari; quando scrive Anilda legge ad alta voce la frase fino a quando non trova il termine che dia la musicalità giusta al periodo, rendendolo scorrevole come poesia, come musica. E si ritorna all’intreccio iniziale che unisce musica e letteratura come fossero una cosa sola.

© Riproduzione riservata

Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet