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Alternanza scuola-lavoro in musica al Liceo Classico di Molfetta, incontro con Pietro Verna e Giovanni Chiapparino
10 febbraio 2017

MOLFETTA - L’esperienza di Alternanza scuola-lavoro, obbligatoria dallo scorso anno anche per i licei, può diventare occasione non solo di apprendimento, ma anche di esperienze che si allargano a tutta la comunità.

È stato così mercoledì 8 febbraio, per l’incontro organizzato da don Gino presso il Liceo Classico di Molfetta: “La parola si fa musica”. Il gruppo di alunni di Liceo Classico e Scientifico che dall’anno scorso spendono le loro ore di Alternanza scuola-lavoro presso l'etichetta discografica ed editore "Digressione Music" si è sperimentato nel lavoro di “ufficio stampa”. A loro, don Gino che ne è il tutor, ha affidato il compito di preparare l’incontro con due musicisti: Pietro Verna e Giovanni Chiapparino. Prima della serata, due giorni di lavoro: la conoscenza personale, l'approfondimento artistico e l'analisi testuale delle canzoni hanno permesso agli studenti di vivere l'esperienza finalizzata alla formulazione di un comunicato stampa da diramare all'uscita di un disco e poi di diventare gli animatori dell’incontro al Classico. Attività che i ragazzi hanno svolto egregiamente, alternandosi a presentarli, ad introdurre i loro lavori musicali, leggendo e spiegando i testi delle canzoni, poi eseguite dal vivo o fatte ascoltare, conducendo il dibattito. Nel caso di Pietro Verna, che ha proposto il suo disco in uscita “A piedi nudi”, uno dei ragazzi, Andrea de Candia dello Scientifico, lo ha anche accompagnato alla chitarra nella esibizione live.

L’incontro è diventato via via qualcosa di più, un momento di confronto a tutto tondo, per parlare del mondo com’è oggi, di politica ed economia, senza spostarsi dalla musica, cui la serata era dedicata.

Don Gino ha raccontato con chiarezza e senza veli di ipocrisia la difficoltà che trova una piccola etichetta “senza santi in paradiso” per sopravvivere in un mercato dominato dalle multinazionali, interessate solo al prodotto facile, non al valore e alla bravura dei musicisti e dei loro brani, per di più in momento in cui i dischi non si vendono. E ha aggiunto, quando Giovanni Chiapparino ha spiegato come è nata la canzone dedicata al Francesco Padre, che alla selezione per Sanremo il plico che la conteneva fu lasciato chiuso, perché di quella vicenda non si deve parlare, neppure in musica. Eppure, “nulla può inghiottire l’amore, la vita, la speranza, la voglia di giustizia; per quanto inabissate, ci sono cose che alla fine tornano a galla”, ha concluso Giovanni Chiapparino, prima di farla ascoltare.

Nonostante gli ostacoli e le difficoltà, la musica è una passione che brucia, che non si può non seguire, lo hanno dimostrato cantando e discutendo con il pubblico i due ospiti. Una passione intelligente, capace di abbandonare la rima cuore/amore per dedicare una canzone alla punteggiatura, perché senza di questa, secondo Pietro Verna, “ogni pensiero e discorso è confuso”, riscuotendo grande successo fra le docenti di Lettere presenti; oppure, come si è detto, al Francesco padre, scritta da Giovanni Chiapparino e cantata dal suo gruppo Os Argonautas.

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