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“Aiutiamo chi non ce la fa a ribaltare la pietra tombale della solitudine, dell’emarginazione, dello sconforto” il messaggio di Buona Pasqua del vescovo di Molfetta mons. Cornacchia
Il vescovo mons. Cornacchia
04 aprile 2021

MOLFETTA – Ecco il messaggio del vescovo della diocesi di Molfetta, mons. Domenico Cornacchia, per la Santa Pasqua:

«Carissime amiche e carissimi amici, grazie a voi che mi ascoltate per porgervi un augurio Pasquale. Certo, stiamo per vivere una Pasqua del tutto diversa, del tutto peculiare rispetto alla Pasqua degli altri anni.

Tuttavia, carissimi, non abbiamo paura, non abbiamo timore, perché il Signore viene e ci assume con la nostra miseria, con la nostra povertà per farci passare dalla notte della tribolazione, della sofferenza, del timore al mattino di Pasqua.

Un antico detto dice che il desiderio accorcia la distanza spazio-temporale. Quando più noi desideriamo, ad esempio, un mattino la notte si accorcia; quando più desideriamo incontrarci con una persona amica, familiare ecco qui che il tempo vola, e così deve essere anche il nostro stato d’animo per vivere questa Santa Pasqua del 2021 nella gioia, nella speranza, nella certezza che il Signore viene e risorge insieme a noi, alla nostra povertà e alla nostra umanità.

Carissimi, il nostro pensiero vada naturalmente verso coloro che sono ancora al di là della pietra tombale della sofferenza, della solitudine, del lutto. Immaginiamo quanta gente si è vista privata di una persona cara, soprattutto in maniera repentina e in maniera improvvisa; ecco che vogliamo essere vicini soprattutto a questa gente, a questi fratelli e sorelle. A tutti vorrei esprimere la mia solidarietà e la mia vicinanza.

Accettiamo l’invito che il Signore ci fa. Pensiamo a quelle donne che il mattino di Pasqua sono accorse al Sepolcro pensando fra di sé: “chi ci ribalterà la pietra tombale?” per vedere il corpo del Signore, e inaspettatamente loro si stupiscono e vedono che non solo la pietra è ribaltata ma soprattutto c’è loro un annuncio, un annuncio da parte dell’Angelo che invita loro, invita queste donne a farsi portatrice di un messaggio di speranza e di fede: "Andate, ritornate a Gerusalemme, portate ai discepoli, agli amici del Signore questa bella notizia che il Signore è risorto”.

Vorrei tanto che noi sperimentassimo questo passaggio dalla notte alla luce; dal buio alla pienezza della giornata luminosa, solare; dalla solitudine alla compagnia e alla comunione con le persone più intime e più care.

L’augurio Pasquale che desidero formulare a tutti voi, a me per primo, è proprio questo: aiutiamo chi non ce la fa a ribaltare la pietra tombale della solitudine, dell’emarginazione, dello sconforto. Attendono molti questo nostro intervento, questa nostra vicinanza, questa nostra prossimità e ripeto il desiderio accorcia, annulla la distanza spazio-temporale. Corriamo come le donne verso il sepolcro e soprattutto riprendiamo fiato, riprendiamo vigore per compiere il percorso all’indietro, il percorso inverso.

Portiamo a tutti l’alleluia pasquale, la gioia che il Signore non è quello della Croce ma è del mattino di Pasqua. Auguri a tutti. Che il Signore ci benedica".

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